L’Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine sabato scorso ha pubblicizzato un documento dal titolo “Ripensare la sanità nel sud della provincia” che offre spunti interessanti di riflessione: “La presentazione del piano di fattibilità del nuovo ospedale che sarà realizzato in località ex ENAOLI è sicuramente un notevole passo avanti. Va dato atto al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che, fin dalla sua elezione, ha ripreso l’iter del progetto e ne ha predisposto i fondi (85 milioni di euro). Il Direttore Aziendale ASL Casati nella riunione con i Sindaci del Distretto diede notizia dell’incarico per il piano di fattibilità che in questi giorni è stato presentato. Tempi rapidi e ce ne rallegriamo. Nel 2007 il Consiglio Comunale di Formia aveva votato all’unanimità la variante al PRG indicando l’area dell’ex ENAOLI di proprietà pubblica. In quel tempo i Comuni del distretto concordarono con la Regione Lazio di specializzare l’ex ospedale di Gaeta in polo ambulatoriale specialistico e Formia polo ospedaliero, realizzando il nuovo ospedale in posizione più baricentrica rispetto al comprensorio del golfo. Si tratta di un’opera strategica, complessa, decisiva per i prossimi 50 anni. Per questo confidiamo che tutti i Comuni del Golfo sostengano questo programma impegnando il Comune di Formia a garantire tutte le procedure necessarie per giungere entro il 2021 all’approvazione del progetto definitivo”.
Nel frattempo l’Associazione Lazio Meridionale e delle Isole Pontine ha promosso una raccolta di firme per estendere l’attività dell’Emodinamica all’intero arco delle 24 ore, per consentire esami di Risonanza Magnetica Nucleare anche agli esterni, per acquistare una nuova TAC di 128 strati in grado di effettuare esami in tempi più rapidi e con minore esposizione alle radiazioni. In pochissimi giorni hanno raccolto 837 firme on line ma, non appena sarà possibile, cominceranno a raccoglierle con banchetti in tutto il Golfo. Evidenzia il documento: “L’epidemia del Corona virus ha provocato la sospensione delle attività ambulatoriali con notevoli disagi e rischi per moltissimi pazienti che pur avendo bisogno di cure hanno preferito disertare i pronto soccorso e gli ospedali. Anche al DEA di Formia c’è stata una diminuzione degli accessi per infarti e scompensi cardiaci che sta in linea con la media dello studio nazionale della S.I.C. (aumento della mortalità dal 4 al 13%). Le liste d’attesa (già lunghe prima dell’epidemia) dovranno essere riformulate con criteri che ne riducano drasticamente i tempi. Il contrasto al Corona virus non è terminato e perciò è necessario studiare un riordino dell’assistenza sanitaria nel territorio che si basi sulla rete dei medici di famiglia e dei servizi di prevenzione. E a questo proposito occorre ribadire che gli operatori sanitari (in primis i medici di famiglia) devono essere riforniti dall’ASL di tutti i Dispositivi di Protezione Individuale. Si tenga conto che i medici di famiglia sono risultati tra gli operatori più esposti al contagio (e alle morti) nel contrasto dell’epidemia nelle Regioni del Nord.
A tale proposito quei fatti ci hanno insegnato quanto sia stato importante non attendere che l’infezione virale facesse il suo corso senza alcun trattamento terapeutico. La svolta è avvenuta quando i malati sono stati curati al proprio domicilio e fin dall’esordio della malattia”. Quindi conclude: “In questa ottica le Istituzioni locali, le forze politiche, i cittadini, devono cimentarsi ed unirsi affinché la ripresa delle attività economiche, la mobilità e gli spostamenti delle persone possano riprendere nella completa sicurezza. Sul tema salute non possiamo né dobbiamo dividerci poiché l’emergenza sanitaria non è ancora terminata e dovremo prepararci all’appuntamento della prossima stagione fredda con l’auspicio di poter disporre di farmaci ancor più efficaci e di vaccini specifici”. Non sarebbe corretto non evidenziare che sicuramente l’estensore del documento è il cardiologo ospedaliero (ora in pensione) Francesco Carta, una vita di impegno nel Partito Democratico, un medico innamorato della sua professione, che ritiene una missione. Conosce bene il Dono Svizzero e le rivendicazioni elencate nel documento sono sacrosante, da loro dipende la vita o meno di tante persone.