Sperlonga: l’impegno dell’Archeologa Marisa De Spagnolis – Intervista esclusiva a Marisa De Spagnolis, archeologa, già direttore del Museo di Sperlonga e ora delegata ai beni archeologici del Sindaco di Sperlonga Armando Cusani. È nata a Formia il 16 agosto 1950 ed originaria di Itri, Marisa De Spagnolis è una illustre archeologa, già funzionaria del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, autrice di oltre cento pubblicazioni sulla sua attività svolta nel Lazio e in Campania. Per le sue eccezionali scoperte è stata invitata a tenere conferenze in Italia, Israele, Grecia e Stati Uniti. Ha iniziato la sua attività presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma dove ha condotto numerosi scavi.
Sperlonga: l’impegno dell’Archeologa Marisa De Spagnolis – Nel 1987 si è poi trasferita a Pompei ed ha iniziato a lavorare presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno con l’incarico di direttore degli Uffici Scavi di Nocera e Sarno. Nel 1997, rientrata a Roma, le viene affidata la responsabilità di parte della provincia di Roma e di parte della provincia di Latina, nonché dal 2010 al 2012 la direzione di uno dei più importanti musei nazionali italiani il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga.
perlonga: l’impegno dell’Archeologa Marisa De Spagnolis – Grazie dottoressa per la sua disponibilità. Da quando è delegata del primo cittadino sperlongano? Come ha interpretato la sua delega? “Sono delegata dal 2018 ai beni archeologici dal Sindaco di Sperlonga, un territorio che ho sempre amato, tanto che nel 2017 ho pubblicato un mio libro “L’Antologia omerica di Sperlonga”.
Il mio compito è quello di organizzare mostre, eventi per valorizzare l’area archeologica di Sperlonga collaborando con la nuova direttrice del museo di Sperlonga.
Da un elemento archeologico si possono tirare fuori molte cose, ad esempio ispirandoci ad Andromeda in collaborazione con la Scuola d’Arte, abbiamo realizzato una linea di vestiti: lo stile Andromeda.
Nel 2019 ho organizzato un evento “L’Andromeda di Sperlonga. Il mito e la nascita del corallo”, ponendo l’accento sul fatto che Andromeda, non potesse essere da sola, ma doveva esserci Persia e il mostro marino, non poteva stare da sola perché nell’antichità sono sempre rappresentate insieme.
Questo è servito per incentivare le ricerche subacquee per trovare e recuperare altre due statue.
Il mito, racconta di come è nato il corallo. Persio libera Andromeda e il sangue cade in acqua su alcune alghe che vengono trasformate in corallo. Sperlonga può vantarsi di avere questo mito.
Poi purtroppo è arrivato il covid e tutto si è interrotto, ma ora stiamo ricominciando alla grande grazie anche alla nuova direttrice del Museo di Sperlonga che è molto brava”.
Qual è il suo scopo? “Sperlonga, soprattutto d’estate è molto frequentata, ma il mio fine è quello di creare un turismo di élite da un punto di vista culturale e ciò sta avendo molto successo, ad esempio dopo l’evento di Andromeda, un artista ha deciso di rappresentarla su una cabina dell’Enel”. Buon lavoro dottoressa.
LA FOTO IN COPERTINA – Il muro che si vede, è sicuramente una parete di una villa di una persona importante, in particolare la parte rustica. Questa villa, probabilmente era di proprietà della madre di Tiberio, Livia, il cui padre era un politico di Fondi che aveva un allevamento di pavoni. Livia era considerata la donna più bella di Roma, infatti fece innamorare Augusto e rimasero insieme per cinquant’anni. Tiberio, poi, allargò la villa e organizzò il ninfeo, dove raccolse le statue relative al mito di Ulisse e allestì la grotta dove mangiava con i suoi più stretti collaboratori fino al 26 d.c. quando spaventato dal fatto che era caduta un pezzo di roccia, si trasferì sull’isola di Capri”. Sperlonga è uno scrigno prezioso sempre da ammirare e custodire gelosamente.