Censimento delle coste libere: il Governo ancora non ha attivato il sistema informatico SICONBEP – La Corte UE afferma che il governo italiano è libero di decidere su quale base calcolare la scarsità della risorsa. Questo apre a diversi possibili scenari: se decisa su base nazionale, occorrerà dimostrare attraverso una mappatura quanti dei circa 7.500 chilometri di litorale italiano sono già occupati da concessioni e quanti sono ancora concedibili; mentre se calcolata su base regionale o comunale, ci sarebbero enormi differenze tra le aree costiere più antropizzate (come la riviera romagnola e la Versilia, dove le spiagge libere e concedibili per nuove imprese sono praticamente inesistenti) e quelle invece dove ci sono ancora centinaia di chilometri di litorale a disposizione, quasi tutti nel Sud Italia. Ma il problema è rappresentato dai tempi con cui effettuare la mappatura delle coste: il primo decreto attuativo della legge sulla concorrenza ha disposto l’istituzione del nuovo sistema informatico SICONBEP, che però non è stato ancora nemmeno progettato a causa dell’immobilismo del governo Meloni, e che richiede dei tempi lunghi.
Viene quindi da chiedersi come sarebbe possibile prendersi altro tempo, dal momento che le concessioni attuali scadono il 31 dicembre di quest’anno e che qualsiasi rinnovo automatico sulle concessioni è tassativamente proibito. Sarà questa la principale questione che l’attuale esecutivo dovrà risolvere il prima possibile. Stesso trattamento per le concessioni rilasciate prima del 2009 Tra i vari passaggi della sentenza, ha conquistato l’attenzione di molti concessionari il punto 73, che risponde alla richiesta di un diverso trattamento dei titoli rilasciati prima del 2009, quando in nome del recepimento della direttiva Bolkestein, è stato abrogato il rinnovo automatico delle concessioni con cui in precedenza venivano gestiti i titoli sul demanio marittimo. Ma anche su questo fronte l’UE non concede spazi di manovra. Seguiremo l’evolversi della vicenda.