Alcuni giovanissimi di Scauri sin da piccoli con la passione del calcio come Koen Samuel Caliman, Vittorio Imparato, Daniele Canicchio ed altri stanno vivendo uno stage a Cesenatico confrontandosi con un grande calciatore: Massimo Bonini, ex-juventino, il più grande calciatore cittadino della Repubblica di San Marino, che nel 2004 la UEFA ha insignito del titolo di Golden Player, Giocatore d’Oro.
Al loro ritorno chiederò di raccontare le esperienze e le sensazioni vissute in una settimana.
Lo scrittore Fabio Caressa racconta: «L’Avvocato Gianni Agnelli entrò nello spogliatoio. […]
Quando si presentò sulla soglia, Michel stava allacciandosi una scarpa, la sigaretta accesa in bocca.
“Ma come, Michel? Un atleta come lei fuma nell’intervallo?” Accanto a Platini si stava asciugando Massimo Bonini […] Platini diede una gran pacca sulle spalle nude del compagno, poi, alzando lo sguardo verso Agnelli, dopo una lunga tirata alla sigaretta, disse semplicemente: “Avvocato, l’importante è che non fumi Bonini, è lui quello che deve correre”.»
Massimo Bonini nato a Città di San Marino, il 13 ottobre 1959, è ora un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore sammarinese, di ruolo centrocampista.
Cresciuto nel settore giovanile della Juvenes, legò il suo nome principalmente alla Juventus, squadra in cui esordì nel campionato italiano di Serie A militandovi poi per otto stagioni, disputando complessivamente in maglia bianconera 192 partite e realizzando cinque reti; impiegato nel ruolo di mediano, divenne tra i pilastri del ciclo di Giovanni Trapattoni nella prima metà degli anni 1980, che lo vide affiancato a centrocampisti come Marco Tardelli e Michel Platini.
Coi piemontesi vinse tre titoli di campione d’Italia, una Coppa Italia e tutte le competizioni per club allora organizzate dall’Unione delle Associazioni Calcistiche Europee (UEFA) tranne la Coppa UEFA, manifestazione in cui raggiunse i quarti di finale nella stagione 1990 – 1991
Inizialmente membro della nazionale italiana Under-21, Bonini divenne nazionale sammarinese durante i primi sei anni di attività della rappresentativa del Titano (1990-1995), disputando un totale di 19 incontri.
Uno degli unici due atleti di San Marino, assieme al motociclista Manuel Poggiali, ad aver vinto un titolo mondiale, è ritenuto lo sportivo più rappresentativo del Paese in virtù del livello internazionale che la sua carriera agonistica raggiunse nel calcio, trattandosi anche dell’unico calciatore del Titano ad aver vinto una competizione confederale.
Nel 2004 la Federazione Sammarinese Giuoco Calcio (FSGC) lo nominò miglior giocatore della propria storia mentre, nello stesso anno, la UEFA lo insignì del titolo di Golden Player (Giocatore d’oro).
Centrocampista di contenimento e sostegno, si distinse per la grande resistenza fisica che gli fece guadagnare il soprannome di Maratoneta, nonché per le notevoli abilità in fondamentali quali contrasto, recupero palla e ripartenze.[3] Venne ritenuto decisivo nei successi della Juventus degli anni 1980 e, soprattutto, nell’economia di gioco di Michel Platini per conto del quale, durante le partite, si occupava di conquistare palloni in ogni zona del campo da recapitare poi sulla trequarti, a disposizione delle giocate del fantasista francese; compiti da stacanovista tuttofare che, agli occhi degli addetti ai lavori, ne fecero di fatto i «polmoni» di Platini.
Si formò nelle giovanili della Juvenes, squadra del suo paese.
A diciott’anni si trasferì nella Serie D italiana per giocare la stagione 1977-78 nelle file del Bellaria; l’annata successiva fu prelevato dal Forlì che lo fece esordire in Serie C.
Passò poi nel 1979 al Cesena con cui, nel torneo 1980-81, ottenne la promozione in Serie A. L’estate seguente fu quindi ingaggiato dalla Juventus.
Giovanni Trapattoni, allenatore dei piemontesi, lo fece esordire in massima serie contro la sua ex squadra, il 13 settembre 1981, e tre giorni dopo lo portò all’esordio in Coppa dei Campioni, nella sfida con gli scozzesi del Celtic. La prima stagione a Torino si concluse per Bonini con la conquista del suo primo scudetto, quello della seconda stella per la società juventina. Nell’annata seguente il sammarinese conquistò definitivamente un posto da titolare a scapito del capitano bianconero Giuseppe Furino (non senza polemiche da parte di quest’ultimo[7]); al termine del campionato 1982-83 gli venne inoltre conferito il Trofeo Bravo, riconoscimento all’epoca destinato al miglior Under-24 d’Europa.
Il suo palmarès ne fa lo sportivo più decorato della Repubblica di San Marino. Nel corso degli anni 1980, con la Juventus, ha vinto tutti i trofei della sua carriera: 3 titoli di campione d’Italia (1981-82, 1983-84, 1985-86), 1 Coppa Italia (1982-83), 1 Coppa delle Coppe (1983-84), 1 Supercoppa UEFA (1984), 1 Coppa dei Campioni (1984-85) e 1 Coppa Intercontinentale (1985); quest’ultimo trionfo ha fatto di Bonini il primo sportivo sammarinese, in seguito eguagliato dal motociclista Manuel Poggiali, ad aver vinto una competizione mondiale.
Nell’ottobre 1988, dopo 296 gare ufficiali (192 di campionato) coi bianconeri, Bonini si trasferì al Bologna, tornato in Serie A. La squadra ottenne la salvezza al termine della stagione e, in quella successiva, la qualificazione alla Coppa UEFA. In totale coi felsinei, di cui fu anche capitano, giocò quattro annate mettendo a referto 112 partite e 5 gol. Chiusa la parentesi professionistica, Bonini ritornò in patria per indossare le maglie della Juvenes, società che lo aveva lanciato, e del San Marino.
Nonostante il passaporto sammarinese, nei primi anni 1980 Bonini ha vestito 9 volte la maglia azzurra dell’Italia Under-21 nel periodo in cui la Federcalcio del Titano non era ufficialmente affiliata all’UEFA, la quale considerava quindi i giocatori di San Marino assimilati agli italiani.
Al contrario non giocò mai nella nazionale maggiore italiana, poiché il regolamento
FIFA richiedeva che un calciatore difendesse i colori del paese di origine: per sua scelta personale,[9] Bonini non volle mai rinunciare alla cittadinanza sammarinese.
Dal 1990 vestì la maglia della neocostituita nazionale di San Marino, con la quale disputò 19 partite fino al 1995, anno del suo ritiro dal calcio giocato, precedute da 2 gare giocate nel 1989 da “fuori quota” nel San Marino Under-21, entrambe contro i pari età dell’Italia, nelle qualificazioni europee di categoria.
Ritenuto lo sportivo più rappresentativo nel Paese in virtù della caratura internazionale della sua carriera agonistica, nel 2004, per celebrare il proprio 50º anniversario, l’UEFA invitò ogni federazione nazionale a essa affiliata a indicare il loro miglior giocatore del precedente mezzo secolo: la scelta di San Marino ricadde su Bonini, designato Golden Player dalla confederazione calcistica europea.[3]
Dal 2 giugno 1996 al 10 settembre 1997 Bonini assunse l’incarico di selezionatore della nazionale di San Marino, guidandola in 8 partite durante le qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1998. Nello stesso anno andò sulla panchina della formazione Primavera del Cesena, allenandola per due stagioni; dopodiché entrò nello staff tecnico del settore giovanile cesenate, nel ruolo di direttore tecnico, fino a giugno 2002.
Successivamente, a dicembre dello stesso anno, diventò tecnico della formazione della Oakland University a Detroit.
Il 28 febbraio 2017 è stato nominato direttore tecnico della Federazione Sammarinese Giuoco Calcio.