Giorgia Romano, di Ponza, vince il Premio Talento
al Salone Internazionale della Sposa di Roma
Prestigioso riconoscimento, al Salone Internazionale della Sposa di Roma, per la giovanissima Giorgia Romano, di Ponza, studentessa del quarto anno, presso l’Istituto d’Arte “San Benedetto” di Cassino.
L’edizione 2021 di “Roma Sposa”, tornato finalmente in presenza, dopo il periodo di pandemia e conclusosi ieri, presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, ha raccolto l’attenzione di oltre ventimila visitatori, che hanno potuto scoprire tendenze e novità del settore wedding, proposte dai 300 espositori e dagli oltre duemila brand presenti alla manifestazione. Ma soprattutto, il Salone Internazionale della Sposa ha rappresentato, quest’anno, l’occasione per un rilancio dell’intera filiera dedicata agli sposi, nonché un’opportunità di internazionalizzazione per tutte le attività economiche presenti in fiera.
In tale eccezionale contesto, a primeggiare, è stata la giovanissima stilista Giorgia Romano, originaria di Ponza e figlia di Salvatore e Leandra Vitiello, titolare del noto ristorante di Le Forna “Così com’era”, la quale si è aggiudicata la sesta edizione del concorso “Sposa Futura”, riservato, appunto, alla creatività degli stilisti emergenti.
A Giorgia è stato infatti assegnato il “Premio talento”, per l’originalità, il disegno ed il materiale del modello proposto, che ha catturato l’attenzione di tutti i visitatori.
Il Premio le consentirà, ora, di svolgere uno stage di sei mesi presso l’atelier “Antonella Rossi” di Roma, con l’opportunità di sperimentare le proprie capacità in un ambiente lavorativo altamente qualificato.
“Per me si tratta di un traguardo importantissimo, ha sottolineato un’emozionata Giorgia Romano; l’abito che ho proposto è composto da un unico pezzo, con un pantalone a balze, che vuol rappresentare un passo importante nell’emancipazione femminile, proprio perché “l’indumento pantalone” ha costituito, per le donne, la prima svolta, abolendo quei canoni impostiti loro tempi addietro”.
Il mio, prosegue la giovane stilista, “è un abito pensato per una donna libera, irresistibilmente elegante, ma priva di pregiudizi, perché le donne sono una forma d’arte incredibile, che non va giudicata e tantomeno disprezzata. Un altro aspetto importante dell’abito è poi la “leggenda del filo rosso”, che narra come ognuno di noi nasce con un filo rosso invisibile, legato, ad un’estremità, al dito mignolo, mentre l’altra è legata alla nostra anima gemella. La mia sposa, infatti, presenta un bouquet legato al mignolo, formato da un filo rosso sul quale sono applicati dei fiori”.