Nel Golfo di Gaeta il pomodoro di mare. Ecco di cosa si tratta – Il parco Riviera di Ulisse ha pubblicato qualche giorno fa un post che recita: “Chi, passeggiando lungo i lidi delle nostre coste, non ha osservato una pozza di marea? Si tratta di specchi d’acqua che si formano in regime di bassa marea presso le scogliere, creando un microsistema interessantissimo dal punto di vista naturalistico. Qui notevole è la presenza di organismi c.d. eurieci (che sanno tollerare forti variazioni dell’ambiente in cui vivono) quali alghe, piccoli pesci, il famoso pomodoro di mare (dal vivido colore rosso), le simpatiche chioccioline (Monodonta sp.), le patelle e i pittoreschi Dente di cane. Ma soprattutto sovraneggiano paguri, granchi (corridori e favolli) e i gamberetti (Palaemon elegans e Palaeomon serratus). C’è spazio anche per pesci, quali varie specie di bavose. Una realtà affascinante, che vale la pena di apprezzare e studiare, in quanto uno scrigno ricco di meravigliose sorprese! (informazioni tratte da Il giornale dei Marinai e Scubabiology). Ma cos’è il pomodoro di mare?

Il pomodoro di mare altro non è che un’anemone di piccole dimensioni. Sicuramente la ricorderai come “casetta” di Marlin ne “Alla ricerca di Nemo”. E’ sicuramente meglio non entrare in contatto con questa anemone, in quanto tale, dotato di tentacoli urticanti con il quale stordisce le proprie prede. Il nome deriva dal fatto che, quando si trova fuori dall’acqua, assume a tutti gli effetti la forma simile a quella di un pomodoro, con una consistenza gelatinosa e un colore rosso accesso che può tendere al marrone. Una volta immerso nel mare, però, cambia aspetto diventando più simile a un fiore.

Come viene definito il Pomodoro di Mare da biologiamarina.org: “L’ attinia mediterranea  appartiene al philum dei Cnidari, alla classe degli Antozoi, alla sottoclasse degli Esacoralli e all’ordine degli Attiniari. Il nome cnidari giustifica la presenza di cnidocisti o meglio cellule urticanti, distribuite in tutto il corpo e per lo più nei tentacoli. Sono altrimenti detti celenterati possedendo una cavità gastrica detta celenteron che assieme ad una primitiva struttura muscolare colloca i cnidari ad un primo livello di evoluzione nell’organizzazione anatomica. Nel complesso troveremo quattro classi ben differenziate:– idrozoi– scifozoi– antozoi– cubozoi. Il mondo degli antozoi colorerà di sicuro ogni nostra immersione. 

Questa classe comprende per lo più polipi più o meno grandi, duri nel complesso della struttura, o morbidi a seconda della secrezione che producono, con tentacoli che portano alla faringe e alla cavità gastrica il cibo catturato. I tentacoli possono essere tossici (muniti cioè di cnidoblasti) o semplicemente adesivi. La vita può svilupparsi in forma solitaria o in forma coloniale (la più parte) in cui la caratteristica di rilievo è la dipendenza da un comune stolone di base.

A differenza dei lontani cugini scifozoi , idrozoi e cubozoi , in questa classe non esiste la fase medusoide. Per pura semplicità di catalogo anche se appartengono a sottoclassi diverse troviamo:– esacoralli– ottocoralli– ceriantipatari. Alla sottoclasse degli esacoralli appartengono per lo più animali solitari, con scheletro portante calcareo, o cuticola di chitina, o completamente nudi e presentano un numero di tentacoli di sei o multipli di sei. Il più delle volte la colorazione è data dalle microalghe zooantelle presenti nei tessuti dell’animale. Entriamo nell’ordine  degli attiniari, meglio conosciuti come anemoni di mare. Gli attiniari aderiscono al substrato tramite un disco di base. I tentacoli sono urticanti, sono retrattili e in numero svariato da sei a oltre cento. I tentacoli nel contempo convergono il cibo verso la bocca posta al centro. Le attinie sono polipi solitari fissati, per quanto non indissolubilmente al substrato, sprovvisti di scheletro proprio, come in tutti gli attiniari.

Siamo certi che le immagini, meglio delle parole, daranno l’esatta idea dell’animale. L’attinia mediterranea, meglio conosciuta come pomodoro di mare, è parente stretta della concorrente attinia striata. L’attinia equina a differenza della striata, vive aggrappata a substrati duri , per lo più nella linea di marea. Potremo quindi a volte osservarla a secco, esposta addirittura al sole, gonfia di acqua.