Pino Cossuto si è spento a sessanta anni nel pomeriggio del giorno del Santo Natale nella “sua” Minturno. Alle sue esequie nella Cattedrale di San Pietro era impossibile entrare nella chiesa per quanto è stata alta la partecipazione popolare. Pino Cossuto, dipendente della FIAT, è deceduto per un male incurabile al cervello che lo ha devastato a tal punto da renderlo alla fine non vedente. Ma di lui i minturnesi hanno un ricordo splendido legato alla sua passione per il calcio. Negli anni ottanta il Minturno era un grande squadrone che imponeva il rispetto delle altre squadre del suo stesso campionato. Il Minturno giunge alla vetta del Campionato di Promozione (a quei tempi non vi era quello di Eccellenza). Pino Cossuto si fregiò anche dei gradi di capitano quando non li portava il suo compagno di squadra Gianni Ciufo, suo amico fraterno con il quale si divideva sogni e speranze.
Nasce calcisticamente come mezzala, e quando era ancora un giovanotto gioca con la maglia dello Spigno, per poi ritornare l’anno successivo al Minturno dove fece tutta la trafila giovanile. Il Mister di allora Damiano Chinappi lo trasformò in terzino sinistro, dove si fece apprezzare anche per l’elevazione aerea di cui era capace. Nella successiva esperienza vissuta nella seconda metà degli anni ottanta in Serie D a Cassino fu spostato dal Mister Antonio Lillo in quel ruolo di difensore centrale che caratterizzò il resto della sua carriera agonistica. Concluse la sua carriera a 38 anni, tornando a vestire la maglia rosso blu del Minturno, dopo aver indossato anche quella del San Giorgio a Liri. Quindi intraprese l’attività di allenatore tra le società calcistiche di Minturno e Castelforte. Conseguì lusinghieri successi anche come allenatore, giungendo nella stagione agonistica 1998/1999 alla guida dei giocatori della Categoria Juniores dello Scauri Minturno (formazione nata dalla fusione tra le due società cittadine) a disputare la finale regionale nel campo sportivo del Flaminio con il Tor di Quinto, venendo sconfitto soltanto nei tempi supplementari.
Il giorno prima della sua dipartita ha detto all’amico inseparabile Gianni Ciufo, (collega giornalista a me caro), con il quale aveva disputato insieme centinaia di partite, che era “un suo fratello”. E la famiglia Cossuto ha affidato proprio al capitano storico del Minturno di ricordarlo alle esequie, a fine funzione. Gianni Ciufo è stato sopraffatto dall’emozione ma è riuscito a dire l’essenziale: Pino Cossuto non sarà dimenticato dai suoi concittadini perché era un campione sui campi di calcio e nella vita. E non possiamo infatti tacere l’altro aspetto della sua vita: l’impegno nella comunità parrocchiale. Pino Cossuto ha fatto parte sino alla fine del glorioso Coro Parrocchiale di San Pietro Apostolo e curava a ogni concerto l’accoglienza e il dopo concerto. Nei giorni precedenti alla sua scomparsa conversando con il suo amico Franco Nasta si preoccupava dell’organizzazione del tradizionale concerto di capodanno del prossimo 3 gennaio. Certamente quello in programma sarà dedicato a lui. Nel manifesto di partecipazione al lutto i suoi amici coristi si sono detti certi che ora canta nel coro degli Angeli. Tutte le società calcistiche cittadine hanno espresso nel contempo il loro cordoglio alla moglie Immacolata e alle figlie Antonietta e Jessica, dal Minturno al Marina, al Calcio Scauri.