Erminio Italo Di Nora, delegato del Comune di Minturno per l’Economia del Mare e responsabile provinciale dell’Unione Nazionale Cooperative Italiane – UNCI Comparto Agroalimentare (che comprende anche le risorse marine), sconsolato annota che il primo gennaio scorso è entrato in vigore il regolamento europeo 1022 del 2019, che prevede il fermo annuale fino a tre mesi per la pesca entro le sei miglia dalla costa, comportando una notevole riduzione del pescato e un esponenziale aumento dei costi di produzione. Secondo gli ultimi dati l’importazione di prodotto ittico potrebbe crescere addirittura del 30%, a discapito della nostra filiera e della nostra produzione, creando un danno alla nostra economia”.
Di Nora afferma che tra gli obiettivi primari del suo impegno politico-istituzionale vi è quello di contribuire a porre rimedio a questa ingiusta normativa comunitaria, proponendo la modifica del regolamento. Il nostro Mar Mediterraneo appartiene sin dalle origini alla nostra vita quotidiana, dall’alimentazione alla cultura, dalla religione al sostentamento. Ma tassello dopo tassello si sta costruendo un futuro grigio per il comparto della pesca nazionale. Dalla riva destra del fiume Garigliano a Terracina circa trecento operatori hanno paura del domani. Se si continua così il nostro pescato – che giunge fresco sulle nostre tavole e nel settore della ristorazione – sarà totalmente sostituito dal pesce congelato che perviene dalle località più disparate. Basta provare a leggere le località di lavorazione (ad esempio Vietnam – Tailandia) oltre ai mari degli Oceani.
È questa è un bene per lavoratori e consumatori? I nostri pescatori che affrontano disagi e pericoli ogni volta che escono per mare meriterebbero maggiore rispetto. Erminio Italo Di Nora informa, parimenti, che è stata data via libera a tre decreti del Ministero per
le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, inerenti la proroga per l’anno 2020 del divieto di pesca delle oloturie (cetrioli di mare); disciplina delle attività di pesca del polpo; disposizioni in materia di fermo temporaneo delle attività di pesca per l’anno 2020. Il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Teresa Bellanova ha firmato i tre provvedimenti relativi al settore della pesca il 30 dicembre scorso. Quindi Di Nora precisa: “La crisi del settore ittico, delle risorse alieutiche, della pesca illegale, dell’inquinamento marino, hanno fortemente compromesso la presenza e la sopravvivenza di alcune specie.
Dal primo gennaio 2020 l’Unione Europea, infatti, ha cambiato le regole per la pesca a strascico nel Mar Mediterraneo occidentale di sei specie molto apprezzate in Italia: il gambero viola, il rosa e il rosso e poi il nasello, lo scampo e la triglia di fango. Le nuove norme comunitarie, che si applicano anche a Spagna e Francia, puntano a tagliare le giornate in mare dei pescatori del 10%, percentuale che potrebbe arrivare al 40% nei prossimi quattro anni, e questo dalla Liguria alla Sicilia settentrionale, inclusa la Sardegna e a ridurre quindi lo sforzo di pesca complessivo”. Ad essere colpita è la pesca a strascico, già sottoposta a gravi pressioni economiche (carburante, misure delle reti, ecc.) e sociali (abbandono del mestiere da parte dei giovani e spopolamento delle isole minori). Una fotografia del Compartimento Marittimo di Gaeta evidenzia come si sia lentamente demolita l’ossatura di un mestiere, quello del pescatore, che ha visto l’abbandono forzato di attività quali: la pesca del pesce spada, del tonno, delle vongole, del pesce azzurro, attraverso incentivi inutili e promesse disattese.
Ponza, Terracina, Gaeta, Formia, Minturno, tra i comuni più colpiti da queste imposizioni comunitarie che hanno visto l’impossibilità di garantire i livelli occupazionali per decine di famiglie. Il ritiro delle reti derivanti (spadare) ha riguardato Ponza, Formia e Gaeta con una promessa di riconversione purtroppo mai avvenuta: circa 100 famiglie interessate nel golfo e sulle isole da questo provvedimento. Venti le famiglie interessate dal provvedimento sul piano turbo soffianti con il ritiro di otto imbarcazioni soprattutto a Minturno. Lo strascico riguarda maggiormente Formia, Gaeta, Ponza e Terracina e anche in questo caso parliamo di tante famiglie e armatori che si sono visti prima rilasciare autorizzazioni dallo Stato Italiano e poi ritirate dall’Unione Europea e ora combattere una guerra difficile per la sopravvivenza. Il nostro Magazine è con i pescatori della nostra costa e sosterrà in ogni occasione le battaglie e le giuste rivendicazioni di Erminio Italo Di Nora, da sempre sostenitore delle loro rivendicazioni.