Non è possibile avere pazienza all’infinito. Si sta spegnendo definitivamente l’ultima attività in essere nell’Ospedale di Minturno. Al presidente Nicola Zingaretti, agli assessori e ai consiglieri regionali tutti consigliamo di vedere il documentario Luce dell’inaugurazione, avvenuta nel settembre 1929, esattamente novanta anni fa. Due vescovi e tutto il clero diocesano, centinaia di donne nel costume locale di pacchiana, tante da apparire dall’alto un mare di “tovaglie” e tra carabinieri reali il principe ereditario Umberto di Savoia e il Ministro Pietro Fedele, il più illustre figlio di Traetto. Il primo nosocomio realizzato nel Golfo di Gaeta, con il contributo di tutti gli abitanti, gli operai delle Sieci portarono con il loro sudore i mattoni utili alla costruzione, realizzati nelle ore di prestazione di lavoro straordinario. L’ospedale appartiene al popolo minturnese e reparto dopo reparto è stato smantellato. Ricordo che la chirurgia fu chiusa perché l’impianto di aria condizionata non funzionava in modo corretto e si disse che sarebbe stato rinnovato. Cosa che mai avvenne.

L’ospedale di Minturno

Eppure al termine dell’ultimo conflitto mondiale si operava mettendo le coperte alle finestre prive di infissi. Erano i tempi eroici del dottore Ettore Antonini e non solo. Ora invece l’ignavia e l’insipienza predominano. Data determinata per lo stacco della spina che tiene in vita la struttura: 1 gennaio 2010; i funerali a cura della Regione Lazio. Le associazioni Pendolari Stazione Minturno Scauri, Confconsumatori Latina e Italia Nostra Onlus hanno organizzato nella mattinata di mercoledì 28 Agosto scorso in piazza sant’Albina a Scauri un sit-in dal titolo “Difendiamo ad ogni costo il presidio ospedaliero di Minturno”. I referenti delle tre associazioni Francesco Valerio, Franco Conte e chi scrive hanno spiegato le ragioni della mobilitazione: “Il Governatore della Regione Lazio ha pubblicato sul bollettino ufficiale la decisione di chiudere definitivamente dal 1 gennaio 2020 il punto di primo intervento dell’Ospedale degli Eroi.  Dinanzi all’incapacità dei nostri politici regionali di maggioranza e di opposizione di tutelare e di valorizzare il primo Ospedale del comprensorio dell’intero Golfo di Gaeta, tutti i cittadini e i turisti nostri ospiti sono stati invitati a partecipare ad un primo sit-in dove manifestare per il sacrosanto diritto ad avere un efficace soccorso di primo intervento che assicuri tempestive prime cure da cui dipende, sovente, la stessa sopravvivenza”.

Nicola Zongaretti

I promotori, quindi, hanno invitato: “tutte le componenti della società civile a ritenersi parte in causa e, quindi, a non limitarsi ad atteggiamenti passivi, bensì ad attivarsi da protagonisti. Il sit-in è un primo appello alle istituzioni, alla Chiesa diocesana e alle parrocchie della nostra città, alle organizzazioni sindacali e alle associazioni tutte che sono invitate ad aderire e partecipare”. Tutti i settori cittadini saranno informati e allertati nelle prossime settimane. Ritengono grave che la Regione non abbia preso atto del fatto che il punto di primo intervento di Minturno, in contro tendenza rispetto a tutti quelli della nostra regione, ha incrementato anno dopo anno il numero delle prestazioni, giungendo il ragguardevole numero di 23.000 casi trattati in un anno, prestazioni che, in caso di chiusura, andrebbero ad aggravare la già satura condizione del Pronto Soccorso di Formia.

Quindi giudicano: “l’ospedale di Minturno un valido esempio di una gestione pluridecennale della sanità del Lazio basata su tagli al personale e chiusura di strutture periferiche in funzione soprattutto delle esigenze di Roma. Infatti, sebbene drammaticamente ridimensionato nel suo ruolo, il primo intervento minturnese resta un riferimento per tutto il sud-pontino che, agendo in parallelo con il pronto soccorso di Formia agevola lo smistamento dei ricoveri aumentando l’efficienza e l’efficacia del primo intervento medesimo. Senza contare che in estate esso è determinante se si tiene conto dei pochi agevoli percorsi per arrivare da tutto il sud-pontino all’Ospedale di Formia”. Il comitato evidenzia anche che “la struttura che lo ospita è di proprietà della comunità e consentirebbe sicuramente un’espansione dei servizi sanitari soprattutto quelli collegabili alla RSA ad esso adiacente. Chiuderlo non ha nessun senso. È puro masochismo sanitario”. I promotori si sono raccomandati sin dall’inizio di partecipare ogni volta senza esporre bandiere e simboli di partiti e di associazioni. Per tale ragione gli organizzatori hanno scelto come simbolo aggregativo i colori del Comune di Minturno: il rosso-blu.

LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO GERARDO STEFANELLI

Il Sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli

Il sindaco Gerardo Stefanelli a caldo, appresa la notizia, ha dichiarato: “Ci opporremo in tutte le sedi alla chiusura del Punto di Primo intervento di Minturno, e lo faremo non in un’ottica campanilistica, ma a tutela dei fabbisogni sanitari delle comunità del Golfo di Gaeta. La chiusura dei punti di Minturno e di Gaeta, porterà al collasso definitivo anche il Pronto soccorso di Formia che già oggi opera in condizioni di grandi difficoltà. Siamo consapevoli della necessità di riorganizzare complessivamente il sistema della sanità di emergenza, ma siamo altrettanto convinti che, ad oggi, questa esigenza non sia concretamente risolvibile con la chiusura, sic et sempliciter, dei punti di primo intervento. L’idea di far gestire i codici 4 e 5 alle Unità di cure primarie è affascinante ma oggettivamente poco praticabile allo stato dei fatti. La conoscenza e la rappresentanza del territorio, e dei suoi fabbisogni, impone di opporci in tutte le sedi a questa decisione sciagurata a cui, nel corso dell’ultimo anno, nessuno è riuscito a trovare una soluzione alternativa. Da uomo delle istituzioni mi aspetto un impegno forte da parte dei rappresentanti del territorio, e da uomo politico mi aspetto un impegno deciso di tutto il Partito Democratico provinciale, che invito a dare ascolto a chi i territori li conosce vivendone quotidianamente le difficoltà e le aspettative. Basta giocare sulla pelle dei cittadini del sud pontino”.

L’Ordine dei Medici di Latina e il Sindaco del Comune di Gaeta non fanno sconti alla Regione Lazio. I Punti di primo intervento? Un problema politico

Il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Latina Giovanni Maria Righitti in merito afferma con decisione: “Quello dei Punti di Primo Intervento è un problema di natura politica. È stato da miopi valutare l’attività dei PPI sulla base degli accessi notturni senza prendere in considerazione altri parametri. È come se si valutasse in modo analoga il pronto soccorso dell’ospedale di Fondi nel quale alle 7.45 erano in attesa 1 codice bianco e in visita 1 codice verde e 1 codice bianco. Eppure nella fascia oraria 20 – 8 in questo ospedale non è attiva la possibilità di un ricovero se non in medicina ma solo per 10 giorni al mese, e in ginecologia. Per le altre patologie c’è il trasferimento all’ospedale di Terracina o di Formia. Ma l’Asl non ha mai messo in discussione l’esistenza di questo pronto soccorso perché ha giustamente preso n considerazione altri parametri”. E ancora si chiede inoltre come mai il direttore generale dell’ASL non abbia valutato la proposta alternativa presentata dai sindaci e per quali motivi non abbia realizzato una minima parte degli obiettivi “tesi a sostituire i PPI, a distanza di pochi mesi dall’ipotizzata chiusura.

L’ospedale di Gaeta

Inoltre, allo stato, non è stata ancora effettuata una valutazione economica del costo attuale dei PPI e di quello che dovrebbe essere sostenuto per la realizzazione dell’alternativa proposta dall’ASL, né è stato condotto uno studio di fattibilità sulla copertura territoriale delle postazioni mobili 118 che dovrebbero stazionare nella fascia notturna con la chiusura delle strutture. Righetti incalza: “Sono solo alcuni interrogativi che ci poniamo e che ci fanno riflettere sulla capacità tecnica di soddisfare nel modo migliore le reali esigenze di salute dei cittadini evitando di calare dall’alto progetti studiati a tavolino che potrebbero essere adatti ad altre realtà territoriali come ad esempio le aree metropolitane”. Parafrasando l’antica espressione “Se Atene piange, Sparta non ride” possiamo dire oggi tranquillamente “Se Minturno piange, Gaeta non ride”. Cosmo Mitrano, il sindaco di Gaeta, ribadisce il suo no alla chiusura dei punti di primo intervento. Esterna una netta opposizione alle scelte del governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Mancano poco meno di quattro mesi e nessun passo avanti è stato fatto in termini di assistenza, per non inasprire un sistema sanitario già in bilico. Il primo cittadino gaetano precisa: “La chiusura del punto di pronto intervento dell’Ospedale Mons. Luigi Di Liegro e degli altri sei punti presenti nella provincia colpisce esclusivamente i pazienti e i malati. Il nostro PPI non deve assolutamente cessare di esistere. Né prima, né dopo il 31 dicembre 2019. Intanto, esprimo sostegno per il lavoro costante e professionale svolto dal personale medico e paramedico che si adopera, in questo ginepraio, a fornire al meglio i servizi agli utenti”.