IN MORTE DI MIO FRATELLO GIUSEPPE, COMMEMORAZIONE DI UN PROTAGONISTA DI PIAZZA SANTA ALBINA
Il docente e artista Ugo Bortolin ricorda: “Mio fratello Peppino (Giuseppe Bortolin), che mio padre, con affettuoso riferimento veneto, chiamava Beppi, che per gli amici di Scauri era il “motore” di piazza Rotelli, mi ha lasciato, ci ha lasciati.
Io e lui abbiamo passato insieme gli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza.
Adesso avremmo dovuto passare insieme gli anni della vecchiaia.
Invece il PADRONE DI TUTTO, il SIGNORE DEL REGNO, conoscendo la naturale disponibilità di Peppino alla sana amicizia, ha voluto chiamarlo a sé prima del tempo, infischiandosene, senza voler essere irriverente, meno che mai insolente, infischiandosene del dolore acuto che mi avrebbe, che mi ha procurato.
Dolore che non riesco a mettere in silenzio, a soffocare.
Infischiandosene del vuoto incolmabile che mi ha circondato.
Ma LUI è il “padrone di tutto”, il PADRONE DEL REGNO, per sue insindacabili, inoppugnabili ragioni ha voluto così, GLI è parso bene far incontrare ora e di nuovo il figlio con il padre e la madre, che tanto lo hanno amato al tempo della vita terrena.
I parenti, i suoi amici e i conoscenti hanno partecipato alle esequie con parole commosse, con testimonianze significative e amabili. Peppino, per abitudini consolidate, inderogabili, mattina e pomeriggio, con il sole e con il vento, con la sua amata bicicletta doveva raggiungere la piazza, fare tappa nei bar sulla strada per i suoi immancabili caffè.
E allora io mi approfittavo di lui: “Peppì, che vai in centro? Comprami questo, comprami quello!”.
A ogni mia richiesta ricevevo uno stentoreo NO, fatto salvo di essere io poi accontentato con puntualità ogni volta, in tutto e per tutto.
Di più: si preoccupava sempre per me e per gli altri fratelli, di ogni cosa che ci potesse essere utile, a prescindere da nostre eventuali richieste.
Il “Motore della piazza”, con la sua immancabile presenza così lo hanno chiamato i suoi amici?
In verità era anche il motore di questa nostra abitazione. Lui sbrigava tutte le faccende umili della casa, del cortile, dell’orto.
Le nostre divergenti opinioni spesso cozzavano, ma mai hanno fatto venire meno l’amore fraterno, “l’amicizia” che ci legava.
Gianni Rivera, nostro comune idolo calcistico, dietro sollecitazione di Peppino mi scrisse una dedica su di una foto che ritraeva sé campione.
I dischi di Elvis Presley, che Peppino aveva comprato negli anni della giovinezza, glieli avevo rubati da tempo, e lui, scoperto il furto, aveva bofonchiato in un primo momento, ma poi aveva bonariamente digerito la cosa.
Adesso che feste potrò più fare, dal momento che tutte quelle della tradizione io e la mia famiglia le passavamo insieme a lui, insieme a Peppino?
Quale allegria ci sarà a tavola, dal momento che non potrò più avvalermi dei suoi commenti, della sua cultura del cibo e della sua poesia del vino?
SIGNORE DEL REGNO CELESTE, mi consolerà sapere che la festa bella ci sarà lassù da TE. Peppino, il SIGNORE DEL REGNO di sicuro ti ha fatto trovare un eccellente posto alla SUA tavola”.
Cordoglio unanime e sincero tra tutti gli amici del sodalizio Amici di Piazza Santa Albina.
57Pietro Nicandro D’Acunto, Pino De Renzi e altri 55Commenti: 91Condivisioni: 4Mi piaceCommentaCondividi
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