Questa che sto per raccontare ai nostri lettori è una storia d’amore, tra un padre e sua figlia. Una giovane donna che ha lasciato questa vita il 12 maggio 1996, non ancora trentenne, essendo nata l’8 settembre 1966, assistita dal ginecologo De Iorio. Un blocco polmonare è stata la causa del decesso. Procediamo con ordine cronologico. Il padre Franco Valerio, classe 1937, docente, aveva compiuto da soli venti giorni 7 anni quando il 1° ottobre 1944, il fronte si era spostato più a nord, viene colpito in pieno da una bomba inesplosa che causa la perdita totale della vista e l’offesa a una mano. Parimenti la perdita della vista al fratello più piccolo e l’offesa a un piede. Ma Franco non ha dimenticato il suo paese, i ricordi sono nitidi. Abitava alla Spiritiera, dove vi erano allora solo tre case. Nella prima si produceva lo spirito, fabbrichetta a conduzione familiare, e questa dava e dà il nome a tutta la strada. Ricorda Franco Valerio che qualcuno erroneamente fa risalire il nome agli Spiriti che vagherebbero per un fatto di cronaca nera accorso a poca distanza, ma non è così. La strada era ricca di fichi d’india e di vigneti dove Franco e gli altri ragazzini attingevano quando avevano particolarmente fame. La spiaggia era stupenda con delle dune, oggi scomparse, che i ragazzini chiamavano collinette e con una sabbia d’oro, oggi deturpata da un ripascimento di sabbia scura e ferrosa. A 28 anni nel 1965 incontra Giovanna Zaccaria, nata ad Addis Abeba da padre militare impegnato nell’AOI – Africa Orientale Italiana. Giovanna a 7 anni rimpatria in Italia. Quando si conoscono nel 1965 n Italia il padre di Giovanna, di origine pugliese, è in servizio a Genova come Maresciallo di Sussistenza. Il gancio è il fratello di lei. Perito tecnico in servizio alla Centrale del Garigliano si accasa con una sorella di Franco Valerio che, a sua volta, ha modo di conoscere la sorella del cognato. Giovanna rimane affascinata da questo uomo che affronta la condizione di non vedente con estrema naturalezza, muovendosi nelle varie occasioni meglio di tanti vedenti. Un esempio: è anche un valente ballerino.
Hanno avuto due figli oltre Ornella anche Gianluca, brillante alto ufficiale dell’Arma dei Carabinieri. Ma Franco Valerio vuole parlare soprattutto di sua figlia. Precisa: “Era i miei occhi, aveva occhi stupendi, mi dicono che erano cangianti e cambiavano tonalità secondo le condizioni della luce. L’artista Celestino Casaburi ha dedicato a lei un ritratto che – mi dicono – le rende onore. Abbiamo fatto tante cose insieme, lei dandomi i suoi occhi per guardare ed io il calore del mio amore. Era molto generosa, vivace, realmente in gamba. È doveroso ricordarla, ha vissuto troppo poco. Lavorava al Comune di Minturno, all’Ufficio Anagrafe. Tutti la ricordano per la sua generosità e per la disponibilità verso colleghi e cittadini. Ornella amava il suo lavoro, perché era al servizio della terra e della comunità di Minturno. Il fatto che il premio Minturnae abbia assunto il nome di Minturnae – Ornella Valerio è un modo per farla vivere, in modo che continui a fare qualcosa di utile per questo comune che tanto ha amato. Debbo riconoscere che il presidente del premio Michele Graziosetto sta facendo un lavoro, ottimo e meritevole, di divulgazione. E parimenti l’apprezzamento mio e di mia moglie al dirigente scolastico Amato Polidoro, che sta sostenendo con vigore la realizzazione del premio Minturnae – Ornella Valerio. Ma il mio messaggio primario è che Ornella dopo 26 anni ci manca come il primo giorno e desideriamo che non sia dimenticata”.