Al termine del congresso provinciale di Latina del Partito Democratico di ieri sabato che ha eletto con voto pressoché unanime segretario provinciale Omar Sarubbo e presidente provinciale Matteo Marcaccio quest’ultimo ha tenuto un discorso di ampio respiro che riportiamo integralmente: “Grazie per la scelta che avete compiuto e per la fiducia che spero di meritare.
Desidero, innanzitutto, ringraziare Matteo Mauri per come ha ben gestito, da commissario provinciale in un momento complicato il nostro Partito e alla commissione provinciale per il congresso presieduta da Francesco Scacchetti. Qualche tempo fa un senatore democratico americano, Barac Obama, in un suo discorso disse: “c’è un vuoto nel cuore della gente che nessun governo da solo può riempire” appunto un paese non si cambia solo con il buon governo, se non c’è un buon partito: un partito di popolo, che ne senta le ansie, le angosce, le speranze, valorizzi il talento e che crei quella che Antonio Gramsci chiamava “connessione sentimentale”.
Il pluralismo dovrà tradursi in ricchezza, quella del confronto sincero con la consapevolezza che si può convivere senza andare in conflitto. Guardo con fiducia a questo nuovo corso, che ricade sulle spalle di una classe dirigente profondamente rinnovata, per anni si è parlato del bisogno di un ricambio generazionale, adesso quel ricambio si è compiuto, non c’ è, non abbiamo più nessun alibi.
Permettetemi, da subito, di esprimere la mia gratitudine ad Omar per aver accettato questa sfida impegnativa e voglio dire a lui che noi ci siamo. Sono sicuro che grazie alle tue capacità ce la farai,anzi, ce la faremo. Il PD non nasce dal nulla, c’è una lunga storia dietro il nostro cammino che tutti dobbiamo tenere nella mente e nel cuore, quella della sinistra democratica e del cattolicesimo democratico. La storia, non inizia e non termina, mai, con nessuno di noi.
Abbiamo di fronte mesi faticosi, ma appassionanti, dovremmo lavorare, studiare, ascoltare le nostre voci ma soprattutto le voci di chi è qui fuori. Per un attimo, vorrei accantonare la discussione interna al nostro partito, per guardare al nostro territorio, alla nostra gente. Grazie alla meravigliosa esperienza che ho l’ onore di fare, quella di amministratore, in primo luogo un’ esperienza umana, e qui vedo molti bravi amministratori che ti permette di leggere la società dentro gli occhi delle persone reali, entrare dentro le loro case nei luoghi di lavoro, che molte volte neanche noi rappresentiamo nelle nostre manifestazioni.
Oggi, la politica ha una dimensione parziale nei cittadini, e questo si accompagna ad una centralità della propria condizione umana, i partiti continuano a perdere iscritti, invece aumentano gli aderenti alle associazioni di beneficenza, volontariato, culturali, ambientali, tutto ciò con una grande fluidità elettorale, proprio perché prevalgono altre domande che non quelle dell’appartenenza identitaria. L’elettorato, oggi, guarda all’offerta di ciascuno, guarda al messaggio mediatico, alla capacità di governo, ma naturalmente noi non dobbiamo dimenticare il nostro bagaglio valoriale e culturale.
Nei nostri territori, i nostri amministratori, avranno un ruolo importante da svolgere, ma un’ altra parte ed è quella decisiva, spetterà al nostro partito, a chi è chiamato oggi a dirigerlo e a chi contribuirà con la sua passione, le sue idee e le sue proposte, senza ambiguità mettendoci tutti in gioco. Il PD dovrà essere davvero riformista e radicale nelle scelte, con una partecipazione autentica capace di innovazioni coraggiose, ben saldo sulle sue radici profonde.
Non credo a chi dice che non esiste più la destra e la sinistra, significherebbe che anche gli ideali sarebbero stati seppelliti e se un ideale, in un tempo dato, ha mosso il cuore e la testa di moltitudini di esseri umani non poteva esserci un chè di morale.
C’è una meravigliosa differenza tra chi pensa una società fondata sulle opportunità sociali e sull’ inclusione e tra chi non considera i poveri e gli immigrati.
Quando noi siamo presenti, sono garantiti i diritti, la giustizia sociale, i più poveri.
Il PD dovrà essere il luogo politico dei giovani e delle donne, forze inesauste di una società esausta, e qui, grazie alle loro molte capacità, dovranno esercitare il loro protagonismo, aldilà quote prestabilite. Semplicemente se non sarà così, non sarà.
Forza, radicalità, coerenza, competenza, etica, speranza, Pace e futuro, queste dovranno essere le principali parole del Partito Democratico.
Ecco, appunto, pace. Quanto sta accadendo in questi giorni, mette in discussione molte certezze, il periodo di pace più lungo che l’Europa abbia mai conosciuto. “Nulla salus bello”, così ci insegna Virgilio. Noi condanniamo, fermamente, l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo.
Esprimiamo la nostra vicinanza al popolo ed alle istituzioni ucraine. Senza pace, non potrà esserci futuro. Ecco, appunto, futuro. Come possiamo pensare al futuro se non si garantisce la meritocrazia alle giovani generazioni, se non c’è responsabilità nei confronti dell’ambiente, se non c’è un welfare che tuteli le donne nelle fatiche quotidiane. Un partito in cui sia centrale la questione etica, non è accettabile che si continui a morire nei cantieri o a convivenze con la mafia. Abbiamo bisogno di buona Politica e il PD dovrà esserne il migliore interprete. Io, nel mio ruolo, mi adopererò sempre perché il partito sia luogo di confronto aperto, dove vengono ascoltate con il dovuto rispetto, tutte le istanze. Dipenderà da noi, essere all’altezza della nostra storia e del nostro futuro. “il domani non appartiene ai conservatori e ai tiranni, è degli innovatori attenti, seri e senza retorica” queste sono le parole di Aldo Moro e tracciano la strada da percorrere con chiarezza. Io guardo con fiducia a questo nuovo corso. Auguri al segretario, auguri a noi”.