MINTURNO, ELEZIONI – Innanzi tutto chi scrive ritiene doverose due considerazioni. Una lotta fratricida sta per iniziare in tutta la comunità minturnese per conquistare uno dei 22 posti disponibili (primo cittadino, cinque assessori e sedici consiglieri) in occasione delle elezioni amministrative di fine settembre. È sconsolante quanto sforzo ci debba essere per divenire consigliere comunale e poi il 25% attualmente (4 su sedici) brillano o hanno brillato per assenteismo.
La seconda considerazione: si assisterà all’obiettivo prima di acquisire propri candidati in lista a quello di studiare i candidati altrui, che per ora sono top secret poiché o si lavora a demotivarli o a trovare nei loro nuclei parentali candidati che possano spezzare la compostezza di una famiglia intera su un candidato. Alcuni candidati, quelli più forti in termini di consensi, non si sono ancora accasati, vogliono prima capire dove vi è la coalizione più forte.
Lo stesso Movimento 5 Stelle coordinato da Roberto Tartaglia, sull’esempio nazionale, ha aperto alle alleanze, se non si conquista un pacchetto di 1000 – 1500 voti non si conquista un consigliere comunale. Mentre le forze a sinistra di Stefanelli si esercitano in incontri e valutazioni di linee programmatiche senza costrutto, nel centro destra – per ora – non vi è l’unità, con la formazione di due blocchi: Fratelli d’Italia con l’avvocato Pino D’Amici e la Lega con Massimo Moni, funzionario delle Poste Italiane. Mentre quest’ultimo si è limitato a dichiarare la sua discesa in campo, invece Pino D’Amici ha già iniziato il suo tour elettorale, a partire dalle frazioni collinari soprattutto per marcare il territorio ed evitare che ci siano ripensamenti. Se non ci sarà una coalizione al primo turno saranno in grado nell’eventuale ballottaggio a fondere gli obiettivi per la comunione di intenti e la vittoria del candidato giunto in ballottaggio? C’è tempo per altri resoconti, per ora guardiamo in questo inizio di stagione turistico – balneare la politica nostrana all’orizzonte.