Oggi sabato 25 luglio, in Scauri di Minturno, a conclusione di specifica attività di indagine, i militari della locale Stazione Carabinieri, comandata dal Luogotenente I.S. Paolo Pizzo, dipendente dalla Compagnia di Formia comandata dal Maggiore David Pirrera, hanno deferito in stato di libertà per truffa in concorso un trentaduenne e un ventiquattrenne della provincia di Napoli. I due domenica 5 luglio, sempre in Scauri, hanno indotto con artifizi e raggiri, un sessantaquattrenne di Caserta, a consegnargli la somma di cento euro per il presunto danno causatogli per la rottura, in realtà mai avvenuta, dello specchietto laterale dell’autovettura in uso ai prevenuti. La truffa dello specchietto è una delle più diffuse in Italia. Ogni anno coinvolge migliaia di automobilisti che si trovano ad avere a che fare con i truffatori senza distinzioni tra grandi città e provincia, Nord o Sud. Oggi è molto conosciuta e in tanti hanno imparato ad evitarla o semplicemente a difendersi, ma anziani, donne e giovani guidatori rimangono i bersagli preferiti dai malviventi poiché fanno leva sul lato emotivo e sulla voglia di non avere noie. Questa pratica consiste nel fingere che il proprio specchietto sia stato rotto dalla nostra auto in marcia, per poi farsi dare dei soldi contanti per riparare il danno. Si chiama truffa dello specchietto perché i malviventi fanno notare il danno arrecato alla propria auto dalla nostra in marcia, ed essendo lo specchietto l’estremità più sporgente, viene scelto molto più spesso rispetto ad altre parti, ma potrebbe anche avere al centro della discussione un’ammaccatura sulla fiancata. Il funzionamento è fin troppo facile: da un’auto ferma, o che marcia più lentamente, viene lanciato qualcosa che arriva sulla fiancata dell’auto del malcapitato di turno e fa del rumore più o meno percettibile. Solitamente sono sassi di piccole dimensioni o palline di plastica o gomma. Successivamente, l’auto dei truffatori si accosta e viene chiesto al malcapitato di venire a constatare il danno che gli è stato arrecato. Come detto, il danno è solitamente uno specchietto rotto. La fase successiva consiste nel chiedere al malcapitato un risarcimento in denaro per evitare trafile burocratiche e la compilazione del modulo CID. Il truffatore in modo più o meno minaccioso chiede una somma medio alta per chiudere sul momento il sinistro e tutto fila liscio quando il malcapitato automobilista per non avere grane sgancia le banconote che ha con sé e che vengono valutate all’altezza del danno, solitamente dai 20 ai 100 euro. Evitare la truffa dello specchietto è complesso, ma potrebbe essere un buon inizio evitare di marciare avvicinandosi troppo alle auto in sosta, in doppia fila o che marciano più lentamente di noi. Successivamente, quando i truffatori chiedono di scendere per visualizzare il danno, a seconda dei casi è sconsigliato ignorarli completamente perché la situazione potrebbe peggiorare continuando per centinaia di metri con insulti ai nostri danni. Quindi i più avveduti si fermano. Una volta che il truffatore reclama denaro, si può semplicemente rispondere che non si ha il portafoglio, e quindi niente soldi, oppure si può cordialmente far notare di essere in disaccordo e che per risolvere la questione è meglio chiamare i vigili. A questo punto solitamente i malviventi preferiscono andare via e lasciar perdere. Per i guidatori più anziani si può consigliare anche di coinvolgere un figlio adulto, e viceversa per i più giovani è utile anche contattare genitori o zii che possono risolvere la situazione. Ad esempio: “l’auto non è mia, chiamo il proprietario”. Anche in questi casi a volte i malviventi preferiscono abbandonare la truffa. In ogni caso il modo migliore è quello di voler chiamare i vigili, oltre a scriversi la targa del truffatore e poi sporgere denuncia. Chi scrive sinceramente alla prima istanza chiamerebbe senza se e senza ma il 112.