Il maltempo ha aperto una nuova finestra sullo stato delle nostre coste. Erminio Italo Di Nora, presidente provinciale della Fondazione Vassallo, che ha il dono della chiarezza e della sincerità, per quanto concerne il litorale di Marina di Minturno osserva: “È bastata una mareggiata, vento di scirocco e di libeccio per demolire le dune di sabbia poste dall’uomo a protezione della costa e a scardinare massi e scogliere che avrebbero dovuto evitare le incursioni del mare fino ad arrivare alle fondamenta delle mura di cinta delle abitazioni e degli stabilimenti realizzati a ridosso delle dune di sabbia”.
Cosa ne sarà di quel tratto di costa? Di Nora è un’autorità nel settore, capacità riconosciutegli a livello governativo e anche da Regione come il Veneto. Replica: “Mettere le pezze non serve a niente e a nessuno. Erano i primi anni novanta quando presentai al sindaco Paolo Graziano il Progetto Nettuno. Esisteva lo SFOP – Strumento Finanziario Orientamento Pesca – in base al quale si potevano realizzare barriere sommerse a protezione della costa con una copertura del 100% a fondo perduto, 50% della Regione e 50% dell’Unione Europea. Le scogliere che avevo previsto tenevano conto delle informazioni dei pescatori professionali e di coloro che da sempre vivevano sul mare e il loro posizionamento doveva essere a scacchiera dalla foce del fiume Garigliano fino a Monte di Scauri, detto anche Monte d’Oro.
Quest’ultima era riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come area di reperimento per la costituzione di un’area marina protetta e sarebbe divenuta una zona di inestimabile importanza dal punto di vista degli investimenti e per il contesto socio-economico nel quale ricadeva. Purtroppo si continua a realizzare barriere perpendicolari troppo corte e senza idonee misure a protezione del moto ondoso. Spesso ci chiediamo il perché, invece, opportunamente le località di Scauri a partire dal Lido Maria, di Santo Janni, al di sotto del Fagiano Palace Hotel, e altre vedono posizionate scogliere parallele al lungomare capaci di rompere l’onda e frenarne la forza.
Abbiamo esempi in ogni parte d’Italia e lì dove ci sono scogliere simili a quelle realizzate sul litorale di Minturno le loro dimensioni sono doppie sia per lunghezza che per dimensione con delle grosse T all’estremità esterna che affonda in mare”. Si può riparare al non realizzato in passato? “Esistono – precisa – ancora finanziamenti simili con contributi comunitari utili sia per bloccare la pesca illegale sotto costa ma con un’altra importante funzione legata a ridurre il moto ondoso e la tutela della fascia costiera. L’ente che gestisce questi fondi si chiama FLAG e ha sede presso il Consorzio Industriale di Gaeta”.