MINTURNO, ELEZIONI – Pino D’Amici è nato a Minturno il 5 febbraio 1971, giorno in cui la Chiesa celebra Santa Agata, come ci tiene a precisare. Esercita l’attività di avvocato unitamente alla consorte Simona D’Acunto, di quattro anni più giovane essendo nata il 17 dicembre 1975. Hanno tre figli in gamba Giovanni Maria (che quest’anno ha la maturità scientifica ed è un provetto portiere di calcio), Iole (votazione splendida al liceo classico e pratica la danza) e Chiara, la piccola, la più coriacea, cintura nera nella sua categoria di taekwondo.
Gli chiedo di parlarmi della sua giovinezza e della sua gavetta giovanile. Racconta: “Ho frequentato il Liceo Scientifico Statale Leon Battista Alberti quando il dirigente scolastico era il compianto preside Frasca. Ricordo con infinita gratitudine in particolare due docenti: Antonietta Corrente Camerota e Rosita Simeone. Le loro lezioni erano splendide ed io apprendevo molto seguendole con attenzione in classe. La professoressa Corrente partiva dall’italiano per spaziare in tutto lo scibile umano e parimenti la Simeone che non si limitava alla lezione di storia dell’arte ma calava gli artisti nella loro epoca e li inquadrava storicamente.
Dopo di che mi sono iscritto, come pendolare, alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Sapienza di Roma in quanto non ero in condizione economica di pagarmi una camera in una diversa sede universitaria. Mio padre Giovanni Battista, classe 1942, ha fatto l’operaio in Germania e poi il manovale e quindi presso la ditta Carcone sulla Via per Castelforte. Ha una pensione da fame perché i contributi gli venivano pagati non sempre e mai come da sua spettanza. Usciva ogni mattina alle 6 qualunque fossero state le condizioni atmosferiche e rientrava anche alle 10 di sera.
Nel 1993 l’ho visto piangere poiché in quel momento era senza lavoro mentre mia madre, Luciana Rossillo di Santa Maria Infante, era una portantina presso l’Ospedale degli Eroi di Minturno e portava un reddito certo a casa, per fortuna. Ma lui uomo nato durante la seconda guerra mondiale riteneva che il primo a garantire un reddito a casa dovesse essere l’uomo. Siamo due figli. Mio fratello Enzo è dirigente di Alleanza Assicurazione a Villafranca di Verona, sposato, la consorte lavora in un’azienda poco distante ed hanno 2 figlie. Tornando a mia madre e al nosocomio traettese vi era lì la forte presenza dell’indimenticabile Suor Immacolata che mi faceva partecipare a due messe al giorno, una presso la Chiesa dell’Annunziata, di cui aveva le chiavi, ed una presso la Cappellina dell’Ospedale.
Mi sono laureato a 24 anni e superato con il massimo dei voti l’accesso all’attività forense. In una suggestiva cerimonia al Belvedere di San Leucio mi fu conferito il Premio Toga d’Oro e un premio di cinque milioni di lire. Già nel servizio militare mi avevano utilizzato per i miei studi giuridici facendomi realizzare i processini penali presso le varie caserme. Mi valse a fine servizio il riconoscimento di militare distinto. Nacquero amicizie che durano ancora oggi”.
È vero che hai fatto il cameriere? “Si, non volevo pesare sui miei genitori e d’inverno facevo il cameriere i fine settimana e d’estate tutta la stagione a fine anni ottanta. Dopo aver lavorato d’inverno presso il Plinius e il Fagiano Palace Hotel e d’estate presso Il Passeggero e da Lucio mi sono accasato per sette anni sino alla fine di questa esperienza presso La Grappoletta. Avevo un ottimo rapporto con il titolare Sabbatino e la moglie. Ho imparato la capacità di relazionarmi con le persone, di dominare gli istinti e di attivare le capacità gestionali e decisionali. Arrivavamo anche a 400 coperti a sera ed io agivo come se il locale fosse il mio, senza risparmiarmi. Ai tavoli a me riservati proponevo il meglio della cucina, portavo i clienti a ordinare piatti di eccellenza e restavano soddisfatti. Non toccavo gli stipendi sino a fine stagione perché d’estate vivevo con le mance che riscuotevo. Ho lavorato in tal modo sino a 24 anni, quando mi sono laureato”.
Quale è stato il percorso politico sino ad oggi? “Nel 2010 mi candido con il centro destra sindaco Pino Sardelli, ottengo 343 preferenze e sono eletto e resto sempre all’opposizione, rifiutando di restare affascinato dalle sirene. Io la parola la mantengo sempre. Nel 2012 mi candido con aspirante sindaco Maurizio Faticoni e ottengo 394 preferenze che contribuiscono all’elezione del collega Faticoni ma non la mia.
Nel novembre 2012 aderisco a Fratelli d’Italia e nel maggio 2013 partecipo al primo congresso tenutosi a Latina. Chiedevo il rilancio dei giovani ma dinanzi a situazioni sclerotizzate in terra pontina preferii desistere insieme all’amico Claudio Barretta. Ma la mia cultura è quella di Fratelli d’Italia tenendo presenti i valori cristiani e la politica delle scelte “cum grano salis” come amava dire Plinio il Vecchio. E quindi eccomi nel 2021 a scendere in campo con quattro liste: Fratelli d’Italia, Minturno Domani per Pino D’Amici (la più antica della città con 26 anni di storia), Minturno Libera, Pino D’Amici Sindaco. Inserendo nelle liste persone spendibili per immagine professionale e comportamento cristallino”.
I punti salienti del programma amministrativo? Precisa: “Abbiamo individuato punti precisi quali, ad esempio, Minturno Città d’Arte e Minturno Green. E ancora destagionalizzazione del turismo tra mare e collina, valorizzazione del turismo sportivo e potenziamento degli impianti sportivi partendo da quelli esistenti, decoro urbano”. Quindi aggiunge osservando: “Un altro mio preciso impegno è per la solidarietà e non l’assistenza. La prima ha una precisa funzione sociale di agenzia educativa. Dobbiamo lavorare per un’equa distribuzione e lo possiamo fare soltanto creando una rete sociale coinvolgendo le parrocchie presenti nel comune e la stessa arcidiocesi. Ascolto le esigenze di tante famiglie e dobbiamo combattere la temuta depressione anche individuando per i giovani esperienze lavorative in tutta Italia”. Conclude: “Intendo restituire al mio paese quello che mi ha dato e, pertanto, sono sceso in campo.”