L’intellettuale e scrittrice Chiara Valerio, onore e vanto della città di Minturno, è persona da me profondamente stimata e apprezzata. Sul suo sito Facebook ha pubblicato una nota meritevole di essere pubblicata. Scrive: “Per me non c’è nessuna stazione come Roma Termini. perché pensavo che Termini si riferisse ai treni che finivano il loro percorso e invece è un genitivo locativo (riferito alle Terme), perché ci ho passato la maggior parte della mia vita ferroviaria, che è sempre stata intensa, perché ci lavora la mia amica Antonella, e per anni passare a Termini significava caffé con lei.
Così leggere ieri, in cronaca, che è impedito o scoraggiato dar da mangiare a chi dorme appena fuori la stazione, sotto la pensilina, perché bisogna salvaguardare gli spazi commerciali, mi ha dato molta tristezza. Le stazioni – e Roma Termini per me in particolare – sono luoghi di accoglienza e non solo di passaggio. Già l’eliminazione, quasi ovunque, delle sale di aspetto con accesso libero per i passeggeri, era stata uno shock, ma adesso pensare di non poter considerare la casa dei treni anche una casa per chi casa non ha e mi sembra una lesiva limitazione di ciò che gli esseri umani sono come specie e come regno: animali che si spostano, sostano per proteggersi, riposarsi e ristorarsi, e poi riprendono il cammino. Spero di poter sempre considerare le stazioni un posto sicuro e accogliente per le persone e non solo per i consumatori.
Questa era roma termini stamattina alle 6.05 dell’ultimo lunedì di gennaio 2022″