Avevo deciso di non pubblicare altri articoli sino all’annunzio ufficiale del nuovo assetto della giunta e dei delegati, in quanto il sindaco Gerardo Stefanelli ama “bacchettare” i giornalisti colpevoli di essere fuorvianti o fantasiosi. Ma la realtà è che non esiste nella città di Minturno una reale opposizione (se si escludono Massimo Moni e Tommaso Iossa in assise civica) e, quindi, ai giornalisti tocca di surrogare coloro che sono stati eletti per tale ruolo e lavorare anche come analisti politici a 360 gradi.

Cinque anni di opposizione sono lunghi da passare e passo dopo passo i componenti della minoranza sono “convertiti” dal calore del governo cittadino. Un collega nell’analizzare il comportamento del primo cittadino minturnese lo ha definito “gattopardo”, certamente considerando che lo scrittore Tomasi di Lampedusa fa dire nel suo romanzo a Tancredi, nipote del principe, la celeberrima espressione: “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Ma nello stesso romanzo viene anche affermato che “la facoltà di ingannare se stesso, questo è il requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri.” E forte di questa seconda espressione mi chiedo: ma Gerardo Stefanelli è convinto di militare anche in futuro nel Partito Democratico?

Lui si è formato politicamente accanto al senatore Michele Forte, grazie a un’amicizia liceale con il figlio Aldo. L’ex sindaco di Formia esponente di spicco dell’UDC è stato sempre abituato ad essere baricentro politico nelle maggioranze, a dispetto delle forze partitiche alleate più consistenti. Un’arte della politica che si impara solo se si cresce accanto a dei veri leader.

La giunta in carico dal 2017

Gerardo Stefanelli non è di sinistra, quale è il suo sogno? Essere primo cittadino di una coalizione civica, moderata di centro, disponibile a una visione aperta e non schematica dei progetti e dei programmi. Il suo vero amore è la lista civica “Minturno Cambia”, dove si sente a casa, amico tra gli amici. Il Partito Democratico è utile, consente i collegamenti diretti con Provincia, Regione, Governo nazionale. Forse si sentirebbe di più a casa in Italia Viva di Matteo Renzi dove hanno già aderito suoi fedelissimi, anche per porre dei primi paletti ad altri ingressi indesiderati. In una conferenza stampa di alcuni mesi or sono in sala consiliare ebbe a dire che non era detto che alle prossime elezioni amministrative si sarebbe presentato con la maglia del PD. Poi in piazza in occasione di una manifestazione a Minturno in difesa del Punto di Primo Intervento di Minturno ebbe a dire – tra gli applausi – che avrebbe abbondonato un partito che non era disponibile a difendere il presidio ospedaliero minturnese, che quest’anno celebra il novantesimo della sua fondazione.

Ma è indubbio che gli esponenti consiliari del partito di Zingaretti con il loro documento a firma dei quattro consiglieri Paola Graziano (senza ulteriori incarichi), Franco Esposito (segretario comunale del PD), Giuseppe Tomao (presidente del consiglio), Matteo Marcaccio (capo gruppo consiliare e presidente di commissione) hanno elogiato il sindaco per il suo operato ma gli hanno detto anche chiaramente (obiettivo del documento) che questa maggioranza, espressione del responso elettorale, non va toccata, non va alterata, non va inquinata da nuovi ingressi. Alla fine il sindaco nominerà nuovi delegati a lui vicini, sposterà qualche delega agli assessori e tutti vivranno felici e contenti. Ma vi è un però: Gerardo Stefanelli si sentirà soddisfatto sino ai prossimi scrutini? Chi lo conosce bene sa che è una via di mezzo tra l’Etna e il Vesuvio. Il primo prevedibile, il secondo silente sino alla prossima eruzione. Per ora gli unici soddisfatti sono i vari consiglieri comunali, lieti di sedere nell’assise civica e di non essere stati scelti come assessori, poiché questi ultimi seggono su poltrone… traballanti. In un altro servizio credo che narrerò ai lettori la storia del PD minturnese dalla sua nascita ad oggi, e si troveranno tante risposte all’oggi leggendo il percorso storico.