Frits Bolkestein, vero nome di Frederik Bolkestein, è un economista e politico olandese. Prende il
suo nome la direttiva Bolkestein, sulla libera circolazione dei servizi in seno all’Unione Europea.
Oggi ultranovantenne probabilmente non proporrebbe la stessa direttiva. D’altronde in
un’intervista ha dichiarato che non aveva pensato alla gestione degli stabilimenti balneari e delle
aree demaniali marittime.

Il suo obiettivo era quello di intervenire sulla libera circolazione dei
servizi nell’ambito dei paesi dell’Unione Europea. L’Italia avrebbe dovuto esercitare il diritto di
veto e fermare il progetto. E’ stato sottovalutato, come spesso l, facendo alla fine scattare le
sanzioni. Nei giorni scorsi manifestazione dei titolari degli stabilimenti balneari con apertura alle
9.30. Manifestazione promossa dal SIB. Assobalneari aderenti alla Confindustria non hanno
aderito. L’opinione pubblica è entusiasta per un eventuale smantellamento delle licenze attuali
tramite i bandi gara. Due osservazioni sono d’obbligo: in ogni stabilimento vi sono sacrifici di
intere generazioni.

Imprenditori che hanno investito le loro liquidazioni di lavoro, altri che
hanno venduto immobili per investire gli incassi nelle quote di stabilimenti balneari. E ancora è
un loro diritto rientrare di quanto investito e chi garantisce per i futuri investitori.  La costa
italiana è lunga circa 7.914 km e presenta le forme più varie, è suddivisa in varie micro-regioni,
caratterizzate ognuna da tipiche peculiarità, che si estendono lungo il Mar Ligure, il Mar Tirreno,
Mar Mediterraneo, il Mar di Sardegna, il Mar Ionio e il Mar Adriatico. 

Ebbene solo parte di esse
sono date in concessione. Si decida di investire sulle coste libere e lasciare in pace concessioni
che hanno visto intere generazioni lavorare con il loro sudore. Occorre affrontare tutti insieme le
difficoltà dei prossimi mesi, con autentica solidarietà.  L’avvocato Davide Camerota appartenente
ad una famiglia storicamente di imprenditori di stabilimenti balneari commenta: “il mio giudizio
sul servizio giornalistico non può che essere positivo. il direttore del Magazine ha saputo scrivere
qualcosa di molto impopolare ma molto giusto e vero.

Le intenzioni sono quelle di smantellare un
intero settore ingiustificatamente senza rispetto del lavoro di una intera vita di due se non tre
generazioni. Ringrazio Golfo e Dintorni e anche Fabio Fazio. Quest’ultimo ha scritto un servizio
giornalistico sulla testata OG Senza Impegno dal titolo “Ma come fanno i balneari italiani”
Sottotitolo: “È impopolare ma lo dico i gestori delle spiagge hanno le loro ragioni.”