ITRI – “Quando un fiume di detriti e di fango invade un centro abitato vuol dire che sono venute meno le condizioni minime del vivere civile. Sono solidale con gli abitanti di Itri a cui esprimo la vicinanza. Sono tra quelli che hanno dovuto lottare con il fango in prima persona e so dunque bene cosa si prova in quei momenti. L’ho sperimentato sulla mia pelle. Si è tergiversato per troppo tempo con il Rio d’Itri. Ricordo le riunioni con i tecnici comunali e regionali per far comprendere loro che quelle aree sono ad alto rischio idrogeologico e che quindi meritavano un intervento prioritario ed immediato.
A quei problemi purtroppo oggi se ne aggiungono di nuovi. I cambiamenti climatici generano fenomeni meteorologici sempre più intensi che si scaricano su territori ormai devastati dagli incendi. La mano dei criminali dei roghi ha agito per troppo tempo indisturbata e la natura ora presenta il conto, generando un fronte di dissesto idrogeologico ampliato e fuori controllo. Non è più il tempo di interventi spot. La Regione e l’Autorità di Bacino devono prendere atto che l’area coinvolta da episodi di dissesto si fa ogni anno più importante e che è necessaria una visione d’insieme dei vari disastri, oltre a uno scadenzario preciso degli investimenti, soprattutto dei fondi già stanziati e disponibili, come ho chiesto più volte a tutte le autorità competenti. Quando si arriva allo stato di emergenza, nonostante le continue sollecitazioni, vuol dire che qualcosa non ha funzionato e, come dimostrano le tante strutture commissariali, in questo Paese troppe sono le cose che da lungo tempo non funzionano. Vuol dire che le manutenzioni ordinarie non vengono fatte o vengono continuamente rimandate, e che magari si preferisce puntare solo ai grandi appalti, dove girano somme vorticose di denaro, facendo finta di non sapere che la prima opera di prevenzione è il controllo quotidiano ed assicurare un deflusso normale delle acque, anche in casi di eventi estremi. In questi anni ho sollecitato più volte il Ministero dell’Ambiente ad intervenire.
In aula il Ministro Costa aveva mostrato interesse, poi, nonostante l’interrogazione al sottosegretario Morassut in Commissione ambiente, il Governo ha deciso di tirare dritto e ignorare il problema. Credo sia importante ripartire di lì e dai fondi per il dissesto presenti nel Pnrr di cui chiederò conto al Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Occorre fare, bene e in fretta. I tempi per le inconcludenti tavole rotonde, per le analisi che non portano mai all’apertura di un cantiere e pure per le lacrime di coccodrillo di chi da decenni amministra determinati territori e non ha mai realizzato un progetto per renderli resilienti, sono passati. I cambiamenti climatici stanno stravolgendo il globo e colpiscono lontano da noi e, come è evidente a Itri, sul nostro uscio di casa. Agire immediatamente deve essere un imperativo e chi non ne è capace, o ha altri interessi, deve fare solo una cosa: farsi da parte”. A dichiararlo Raffaele Trano (L’Alternativa C’è), membro della Commissione bilancio alla Camera.