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La lettera approvata da Italia Nostra APS Consiglio regionale del Lazio e proposta da Italia Nostra APS Sezione di Roma, è stata inviata al Governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca e all’Assessore all’ Ambiente, Turismo, Sport, Transizione Energetica e Sostenibilità, Elena Palazzo. Il tema della lettera è incentrato sulle FER-Fonti Energetiche Rinnovabili ed in particolare su Eolico e Fotovoltaico. Nella lettera si espone un excursus di oltre vent’anni, quando esponenti di Italia Nostra Onlus nazionale, invitarono l’On. Vittorio Sgarbi, a sincerarsi, in presenza, delle prime centrali eoliche nel Lazio, allora alte 75 metri. Quanto visto da lui bastò per intentare una “crociata” insieme all’allora Presidente di Italia Nostra Onlus, Carlo Ripa di Meana. Si cita nella lettera l’arrivo di un’altra missiva firmata TESS- Transizione Ecologica Senza Speculazione, frutto di una coalizione di Associazioni e Comitati tecnici in cui si dimostra come sia l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che è un ente pubblico di ricerca italiano, istituito con la legge n. 133/2008 e sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ad indicare nelle coperture edilizie ed industriali la soluzione per raggiungere, con il solo fotovoltaico, gli obiettivi che sono stati assegnati entro il 2030.

La transizione ecologica in Europa e in Italia in particolare, ha sposato perlopiù due sole tecnologie, costose, non pianificabili, intermittenti, inadeguate e capaci, grazie a queste loro caratteristiche, di poter vivere solo a fronte di incentivi senza termini di scadenza che stanno generando un aumento dei costi dell’energia, insostenibili per le famiglie e per l’ industria: eolico e fotovoltaico. I costi più alti sono quelli di Italia e Germania. Un aumento che, accoppiato alla imposizione dell’auto elettrica obbligatoria dal 2035, sta già falcidiando l’ automotive europeo ed in particolare italiano con perdita di posti di lavoro per centinaia di migliaia di lavoratori. Se ne stimano più di 50.000 solo in Italia. Il fardello economico sta nelle cifre dei costi delle FER e delle supplenze necessarie alla loro intermittenza che si paleserà nel dover pagare i costi incomprimibili dell’ eolico offshore, pari a euro 113/ MWh di Taranto, realizzato sul bagnasciuga o quelli pari a euro 180 per l’eolico offshore galleggiante, a cui si aggiunge, il parallelo sistema di turbogas da far entrare in azione alla bisogna.

Queste preoccupazioni stanno investendo anche fasce di Confindustria, causate dalla forte presenza di Aziende energetiche e lobby europee.  Pertanto, nella lettera, si auspica una pianificazione politica regionale più “restrittiva” nell’attesa che l’Italia stessa possa produrre pannelli fotovoltaici, consentendo di svoltare verso una ricerca che sappia mettere in campo ogni nuova possibile tecnologia, nella più ampia tassonomia europea, che non invada l’ atmosfera di gas estranei alla sua composizione; con i tempi e con le modalità che non arrechino danni irreparabili al nostro Patrimonio, unico al mondo, ricco di Bellezza artistica e naturale, di paesaggi famosi e multiformi. La Regione Lazio dispone di un PTPR approvato nel 2021, certamente tra i migliori. Si aggiunge che, tutti i centri storici e tutti i Paesi e Borghi del Lazio sono dichiarati “beni di interesse paesistico” al pari delle aree archeologiche, di monumenti isolati nel territorio come abbazie, castelli e santuari nonché le aree vincolate paesaggisticamente che possono, per facoltà concessa alle Regioni dal DM 21 giugno 2024, vedere espandere intorno a loro delle fasce di esclusione, di non idoneità per l’ Eolico e per il Fotovoltaico a terra in aree agricole da 100 metri fino a 7 chilometri. 

Con un uso sagace di queste facoltà concesse alle Regioni dal predetto DM, con le leggi regionali sulle aree idonee e non idonee, il Governatore Francesco Rocca e l’Assessore Elena Palazzo, potrebbero salvare il territorio del Lazio da una caotica occupazione, non pianificata delle FER e in particolare, dal “nuovo eolico” che giganteggia con pale che vanno dai 150 ai 220 metri di altezza. In conclusione, sarebbe auspicabile l’attesa che altre tecnologie, più efficienti dell’ Eolico e del “tutto fotovoltaico”, possano portare giovamento all’economia italiana e possano salvare territori e paesaggi che sono il grande scacchiere del turismo in Italia. Non si tratta di apportare nuovi vincoli ma di regolamentare l’attività di una categoria di imprenditori che tendono ad agire con impatto assai pesante su qualsivoglia area e senza alcuna considerazione dei danni patrimoniali alle campagne e alle montagne nonché agli interessi generali del Paese, agendo nel nome stesso del Ministero delle Attività Agricole e della Sovranità Alimentare.

L’Italia perde 30.000 ettari l’ anno a partire dal 1990 secondo AISSA-Associazione Italiana Società Scientifiche Agricoltura. Nel suo documento sull’agro voltaico del 2021 pronuncia: “Nella visione globale cui ci obbliga la necessità della transizione ecologica, il nostro paese è corresponsabile ogni anno, del pari di 30.000 ha di deforestazione tropicale per l’importazione di carne e soia. Tutto ciò sottende la responsabilità etica di ricercatori e scienziati e la consapevolezza che l’agricoltura italiana (e non solo) rischia di scomparire.” Come consentire che migliaia di ettari di buona Agricoltura finiscano coperti di pannelli, con singoli interventi che vanno dai 50, ai 100, ai 1000 ettari per volta, scardinando equilibri già precari dell’ imprenditoria agricola? I costi di questa “transizione ecologica” che per gran parte viene imposta all’Italia, con spese pubbliche e tassazioni occulte (nelle bollette degli Italiani) sono pari a 200 miliardi.