Il medico microbiologo Giuseppe De Renzi, responsabile del settore di microbiologia del laboratorio analisi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano – Torino, primo presidente del Comitato Dragut con sede a Scauri, non demorde e in prossimità della stagione estiva 2021 evidenzia: “il nostro Golfo soffre di quattro problemi enormi:
1) Gli scarichi incontrollati, e tra questi, enorme come un macigno, c’è quello di Gianola.
2) L’eutrofizzazione, che porta alla massima fioritura algale. Attenzione, perché questo non è un fenomeno naturale fisiologico, come si vuol far credere, ma la risposta della Natura ai nostri sfaceli e oltraggi. Sempre lo stesso Gerardo Stefanelli a suo tempo da assessore all’ambiente della Provincia di Latina promosse il famoso Progetto Samobis per il monitoraggio dell’eutrofizzazione del Golfo di Gaeta, che produsse – tra le polemiche – dati inequivocabili.
3) L’apporto del Garigliano. Da sempre, il Garigliano è terra, anzi fiume, di nessuno. E dal Garigliano sono arrivati nel golfo un mare di inquinanti di ogni tipo. Mai nessuno si è preoccupato seriamente di controllare quel fiume di confine.
4) Gli allevamenti intensivi di mitili e soprattutto di pesci nella rada di Gaeta. Si sa da tempo che quegli allevamenti sono troppo vicini alla costa. Ma anche lì nessuno fa niente”.
Quindi lancia un appello: “Ora una cosa: cari amministratori, giornalisti, uomini della cultura, imprenditori, pescatori, turisti … Cerchiamo di non prenderci più per i fondelli, o per i fondali. Non mentiamo più a noi stessi e alle nostre prossime generazioni. Di quante prove abbiamo ancora bisogno per dirci che non si può più andare avanti così?”
E conclude: “In merito alla Bandiera Blu del Comune di Minturno desidero evidenziare che ci sono due modi di fare le cose. Una è mettere prima a posto tutto e quando si è pronti formalizzare. L’altra è prima formalizzare e poi cercare di mettere a posto. In Italia si sceglie sempre la seconda, ma che poi non assicura il risultato perché lo si fa in maniera raffazzonata. Poi ce n’è una terza: fare le cose di facciata, tanto per far vedere, senza cambiare in profondità le strutture e la mentalità. Voglio essere buono: spero che si pensi realmente alla seconda via. La prima ormai è smarrita”.