Sono giunte al Partito Comunista una serie di segnalazioni che non possono essere ignorate, qualora venissero confermate rappresenterebbero un fatto gravissimo: “Già da settimane, secondo quanto riferitoci, un numero cospicuo di importanti apparecchiature mediche sarebbe stato trasferito dal “Di Liegro” di Gaeta al “Dono Svizzero” di Formia, tra cui quelle adoperate per la respirazione assistita. Di fatto il reparto Covid di Gaeta, appena aperto, sarebbe stato completamente smantellato. Tutto sarebbe avvenuto nel totale silenzio, che striderebbe non poco con il grande clamore mediatico dedicato invece dal Sindaco di Gaeta all’apertura del locale reparto Covid, reputato da molti e non a torto decisamente fuori luogo e inopportuno vista la gravità del momento”.
“Non ci risulta che la Pandemia sia terminata, anzi tutt’altro – hanno continuato i militanti sostenuti dal loro capogruppo Benedetto Crocco – assistiamo purtroppo ad una nuova impennata dei contagi, il Lazio è ormai una delle regioni maggiormente colpite e si sono registrati nuovi casi anche nella nostra città. A preoccupare ancor di più sono i mesi autunnali, come continua a ripetere l’intera comunità scientifica. I 12 posti letto ricavati presso il nostro nosocomio, spacciati impropriamente come grande dimostrazione di lungimiranza, rappresentavano in realtà solo un atto dovuto e del tutto normale, il minimo che ci si dovesse aspettare alla luce degli eventi. Questo era assolutamente insufficiente a coprire come si sarebbe voluto le enormi responsabilità di una classe politica vera responsabile del saccheggio ai danni della sanità pubblica, perpetrato colpevolmente proprio a partire dalla chiusura e dal depotenziamento di centri ospedalieri come il “Di Liegro”.
Da tempo ripetiamo infatti che l’unica degna risposta a quanto avvenuto sarebbe l’immediata restituzione della piena funzionalità attraverso il rifinanziamento pubblico a strutture quali l’ospedale di Gaeta, assurdamente smantellate pezzo dopo pezzo, non la stucchevole propaganda di chi promette fantomatici centri diagnostici grazie all’elemosina insufficiente di privati benefattori. Solo così si potrebbe superare la logica fallimentare dell’emergenza ed evitare che i fatti luttuosi verificatisi in concomitanza con la pandemia non si ripetano in futuro con la triste entità cui abbiamo assistito. Il fatto che il nuovo reparto Covid di Gaeta non solo non risulti propedeutico ad interventi di questo genere, ma venga addirittura smantellato furtivamente in piena emergenza, rappresenterebbe un vero schiaffo alla memoria delle vittime, un insulto alla coscienza di noi tutti, un autentico crimine contro la salute pubblica”.
“Chiediamo che il Sindaco Mitrano ed il Direttore Generale della ASL Casati intervengano immediatamente e dettagliatamente in merito a quanto segnalatoci. Qualora ciò non avvenisse considereremo il loro silenzio quale conferma dei fatti gravissimi denunciati e chiameremo la cittadinanza a dare nuovo impulso alla battaglia per la difesa del nostro Ospedale e della sanità pubblica”, hanno replicato in ultima battuta.