GAETA – Il candidato sindaco per le elezioni amministrative del prossimo anno a Gaeta Antonio Salone e l’ideatore del suo progetto politico Luigi Zazzaro, comunicano: “Il lavoro, l’occupazione giovanile, il sostentamento e la dignità dei cittadini e delle famiglie di Gaeta – esordiscono Salone e Zazzaro – devono essere il nostro obiettivo politico principale, il nostro faro nell’azione di governo. Dobbiamo recuperare il terreno perduto, dobbiamo fare presto, dobbiamo restituire speranza e autonomia ai gaetani e dobbiamo riportarli in città, perché a causa delle politiche dissennate di questa amministrazione stiamo perdendo le nostre energie migliori. Il nostro programma politico deve ripartire da qui, è la nostra priorità assoluta. Mai più deve accadere che un assessore pagato coi soldi dei cittadini possa fare una tale figuraccia in Consiglio comunale dinanzi alla città come quella fatta dall’assessore Raffaele Matarazzo, dimostratosi una volta di più totalmente inetto nel ruolo, a chi gli chiedeva quale destino attendesse gli oltre 40 lavoratori della cooperativa Blu Gaeta, dando una risposta che farebbe impallidire persino la Regina Maria Antonietta che invitava a fornire di brioches il popolo che lamentava la propria fame: “Chiedete agli uffici”.
Ma cosa diavolo Matarazzo pensa debba fare un assessore – proseguono i due ex nel ruolo – dinanzi ad una crisi occupazionale e ad una tale emergenza per lavoratori e cittadini gaetani! Ma quale ruolo ha la politica se è incapace di rispondere ai bisogni dei propri cittadini, o forse sono altre le dinamiche che guidano questa amministrazione e non quelle in nome del bene comune? Ma ormai questo è ben più che un sospetto a giudicare dalle risposte a dir poco deliranti dello stesso Matarazzo, dimostratosi una volta di più degno del meccanismo nel quale è stato inserito, funzionale cioè ad un sistema ideato e realizzato per circondarsi di Yesman al servizio del padrone. Senza che la città intera e moltissimi altri potenziali cittadini interessati al concorso per vigili stagionali sapessero nulla, infatti, Matarazzo ha voluto annunciare, o forse gli è sfuggito, che l’amministrazione aveva bandito un concorso, ma che nel momento in cui parlava era già scaduto il termine per presentare domanda. Che infatti alla fine saranno poche decine, e guarda caso molte presentate da parenti e amici di vigili, dirigenti comunali, politici, oltre che da svariati soggetti proprio della Blu Gaeta, trattata fin dalla sua nascita come un bacino elettorale da plasmare e indirizzare a proprio piacimento elettorale e niente di più. Tanto da farla diventare una polveriera dove i lavoratori vengono messi uni contro gli altri.
Stesso destino toccato ai quasi 50 dipendenti della Panapesca, di cui non conosciamo il destino, nonostante promesse e proclami da bar, oggi, infatti, sembrano non rientrare affatto nel progetto di ricollocazione all’interno dei negozi del centro commerciale voluto come pare, a questo punto, per gli interessi dei soliti pochi noti e non certo del quartiere o dei lavoratori. Così come non abbiamo saputo più nulla dei dipendenti della Italcraft, della Pozzi Ginori, della Med Fish.
Ma questo aspetto ormai meraviglia relativamente, basta vedere come questa politica arrogante, questa amministrazione padrona, questi incapaci senza alcuna sensibilità per noi cittadini, hanno trattato gli operatori del mercato settimanale dinanzi alle loro legittime rivendicazioni di poter lavorare in un luogo più confortevole, più sicuro per i cittadini e meglio attrezzato, specie in periodo di Covid. Sono stati insultati e persino minacciati dall’assessore (che brutto significato stanno dando a questa parola) Magliozzi, che gli prometteva querela e che “avrebbe preso le targhe dei camion di ognuno di loro”. Ma che razza di politica è questa! Ma a quale abominio amministrativo ci obbligano ad assistere! E alla fine cornuti e mazziati li abbiamo visti persino uscire dal Comune e chiedere scusa loro per aver protestato: e allora possiamo solo immaginare quale indecente spettacolo possa essere andato in scena nella stanza del sindaco, che li ha voluti persino spettacolarizzare dinanzi ad una delle sue dirette pagate e pilotate.
Insomma è evidente che il sistema di gestione delle emergenze lavorative e delle crisi occupazionali – concludono – va completamente cambiato e va messa fine a questa arroganza e a questo uso smisurato e medievale del potere. E’ inaccettabile assistere ad una vergogna del genere con la gestione di cittadini e lavoratori gaetani al servizio della città e impiegati nell’erogazione dei servizi pubblici – e privati – essere trattati come figli di un dio minore, in nome solo del ritorno elettorale e non della tutela dei diritti e della preservazione del lavoro come unico vero bene comune che permette una crescita reale come comunità”.