La pizzeria Ciro, apprezzato anche come ristorante si innova. Ecco le novità in arrivo – L’antica pizzeria da Ciro aperta nel lontano 1923, è pronta a superarsi nel campo gastronomico, ampliando le scelte culinarie nel menù, senza abbandonare la tradizione. Appena entrata nella pizzeria sono stata accolta da uno staff cordiale, da un ambiente familiare oltre che da un ottimo profumo. Tra una portata ed un’altra ho avuto modo di conoscere ed intervistare Giorgio Moffa, nipote del fondatore Ciro, interrogandolo da esperta culinaria.
Giorgio Racconta: “Per noi la tradizione è importante e vedere il cliente soddisfatto è indescrivibile; comprendiamo soprattutto che c’è bisogno di innovazione, la proposta in cucina deve essere in continua evoluzione, tra nuove ricette e diversi accostamenti.” Quali prodotti proporrete alla clientela nell’innovativo menù? “Abbiamo già sulla carta la carne di maialino nero e vorremmo introdurre dei taglieri, su consiglio di mio figlio che ho accolto con molto interesse, al cui interno ad esempio ci saranno i salumi di Scherzerino. Altri prodotti della tradizione DOP sono il provolone di Recco, l’olio Cosmo di Russo e i Pomodorini del Vesuvio rossi e gialli. Ovviamente accanto a tali portate abbiamo deciso di introdurre oltre ad una vasta scelta di vini, delle birre artigianali, le migliori della Campania e del Lazio, oltre a quelle internazionali.” Accanto a queste proposte Giorgio Moffa ha deciso di inserire anche i panini farciti di pesce, caratterizzati dalla lunga lievitazione di 48 ore e dal pesce fresco, oltre che i coppetti di mare.
Quindi volete unire la tradizione all’innovazione? “Esattamente, e soprattutto utilizzando sempre prodotti freschi e di alta qualità, così che il cliente assapori a pieno tutti i sapori che la nostra cucina ha da offrire.” Mentre Giorgio Moffa mi rispondeva mi è stato servito un antipasto chiamato: fantasia di mare. Del contenuto mi è rimasto soprattutto impresso il baccalà che con la sua doppia cottura e vellutata di pomodorini, il quale si sposava benissimo con il paté di olive. Il polpo brasato poi, in doppia cottura su vellutata di patata e curcuma era eccezionale. Il contrasto del polpo con l’essenza della spezia mi ha sorpresa. È difficile abbinare perfettamente delle spezie poiché è complicato comprendere la giusta dose da inserire nel piatto, se troppo poca non si sentirà mentre se troppa, coprirà il sapore del pesce.
Come vorresti ampliare la clientela? “Ci stiamo concentrando soprattutto su una clientela giovanile, infatti siamo a lavoro per proporre un nuovo menù per quest’estate. I giovani vogliono sentire sapori innovativi e noi siamo pronti a proporre piatti particolari che uniscano la cultura napoletana e quella della riviera di Ulisse.” Poco dopo ci ha raggiunti il figlio di Giorgio Moffa, un giovane intraprendente appena diciannovenne, di nome Giorgio Francesco. Ho avuto l’occasione di intervistare anche lui, il quale prospetta una visione giovanile del locale anche se ha accennato con grande affetto alla storia della pizzeria e ai ricordi vissuti e tramandati dal padre. Parlando con il giovane ragazzo ho constatato di quanto ci tenesse a questo lavoro. Dopo l’antipasto mi è stato servito il Tris di Montanare, che comprendeva: la genovese, parmigiana e la classica montanara. Ho apprezzato che la frittura non fosse pesante e che hanno osato nell’accostare la genovese e la parmigiana nell’impasto della pizza fritta, un punto a favore.
Giorgio Francesco racconta: “È difficilissimo iniziare a lavorare in un’attività dove pretendono subito il massimo da te. Ma sai è anche un modo per dimostrare che posso farcela, che tale interesse nei miei confronti non è sprecato. Ovviamente appena ho iniziato a lavorare sbagliavo in continuazione, non sapevo dove mettere mano. Andando avanti ed ascoltando mio padre e lo staff, ho compreso cosa dovessi e non dovessi fare.”
Verso metà cena sono arrivate delle pizze, il prodotto più vendute del locale. La prima, quella ai “Quattro Pomodori” con piennolo giallo del Vesuvio, provola affumicata di Agerola, pomodoro San Marzano DOP con mozzarella fiordilatte di Agerola, pomodorini del piennolo con la ricotta di Agerola, pomodoro secco di Battipaglia, mozzarella di bufala, parmigiano reggiano e basilico. La seconda pizza che mi è stata proposta è l’Emiliana con mortadella artigianale, mozzarella di bufala, pesto di pistacchio e ricotta, quest’ultima mi ha conquistata, la ricotta accostata a sapore del pistacchio ha veramente colto l’essenza degli ingredienti. Ho scoperto poi con grande piacere che anche i dolci sono preparati completamente da loro. C’è vasta scelta ma io ho preferito assaggiare i due che apprezzo maggiormente cioè il Tiramisù e la Cheesecake. Devo dire che su di essi sono sempre stata molto severa, il caffè spesso nel Tiramisù può coprire troppo il sapore della crema al mascarpone e nella Cheesecake il sapore del formaggio potrebbe ricoprire troppo la confettura, invece non è stato così e per questo faccio i miei complimenti a Giorgio Moffa, a Giorgio Francesco e allo splendido staff dell’Antica Pizzeria da Ciro.