A gennaio andranno in ferie molti ristoratori. Dove recarsi a Gaeta? Dove sarà possibile gustare una pizza a pranzo a Gaeta? – Informazione pubblicitaria – Stiamo per addentrarci nel periodo più freddo dell’anno, quello dei cosiddetti “giorni della merla”, e con le festività natalizie alle porte in molte persone sale un senso di malinconia e tristezza. In tanti per soccombere questo senso di negatività sono in cerca di un locale, ma nel mese di gennaio molti ristoratori sono in ferie. Dove andare dunque?
Abbiamo chiesto a Giorgio Moffa, titolare del Ristorante Pizzeria Ciro di Gaeta, se la sua attività sarà sospesa nel periodo di gennaio. Il proprietario, instancabile lavoratore, con un sorriso ha risposto che i suoi clienti possono venire quando vogliono, visto che a gennaio saranno sempre aperti, aggiungendo: “Il caldo forno è sempre attivo anche a pranzo per coloro che desiderano assaporare una pizza vista mare nella splendida cornice di Gaeta. Il ristorante è una finestra sul mare dove perdersi, rilassarsi e farsi coccolare da pietanze di pesce e non. Anche per una colazione di lavoro o una pizza veloce a pranzo, una sosta nell’Antica Pizzeria Ciro saprà rigenerare le fatiche di una intensa mattinata.” Info e prenotazioni: 0771.465058
A Gaeta Giorgio Moffa celebra il centenario della pizzeria di famiglia. 100 anni di pizza, sapori e tradizioni
Questa è una storia fantastica che dal dicembre 2005, come in una fiaba, unisce due località che già la storia ha unito nei secoli: Napoli e Gaeta. La ricostruiamo incontrando Giorgio Moffa e avendo dinanzi a noi dal suo locale gaetano lo scenario incomparabile del nostro golfo. Tutto ha inizio nel 1923 quando il ventiquattrenne Ciro Leone (classe 1899), partenopeo doc di Spaccanapoli, da panettiere si trasforma in pizzaiolo, consigliato dalla moglie Giorgina più grande di lui di sei anni e vera donna di carattere (erano cugini di primo grado e il loro amore era iniziato in famiglia).
Alle remore del marito perplesso nell’aprire una pizzeria proprio di fronte alla pizzeria da Michele (altro locale storico di Napoli) ebbe a dire una frase indimenticabile nelle memorie dei discendenti: “Cirtiè (così Giorgina chiamava il marito) addò schiara ‘o sole pe’ loro schiara pure pe’ nuje”. Da Michele ebbe come prima sede un locale sotto l’Ospedale Ascalesi per poi trasferirsi in Via Cesare Sersale. Di fronte in Via Pietro Colletta civici 42 – 44 – 46 si espande negli anni Il Trianon. Poco distante il teatro che porta lo stesso nome fondato nel 1911 e che è giunto sino a noi tra alterne fortune. Ora è denominato Teatro Trianon Viviani – Teatro della Canzone Napoletana.
Racconta Giorgio Moffa: “è una leggenda che vi fosse stata o vi fosse competizione tra Michele Condurro e Ciro Leone, erano persino comparielli. Ciro e Giorgina hanno sei figli, tre maschi e tre femmine. La più piccola Immacolata – classe 1934 – è mia madre. Mio padre Carmine Moffa non appena si fidanza con lei viene cooptato nell’azienda di famiglia. Ciro Leone è un vero patriarca e vuole intorno a lui tutti i figli e i generi; mentre le figlie e le nuore debbono pensare a crescere i figli e accudire i mariti.
Crede nella famiglia ed è un faro per tutti loro. I rapporti tra genero e suocero sono sempre stati buoni, sia perché entrambi erano rigorosi e sia perché mio padre ha sempre rispettato il ruolo di mio nonno. È grazie all’unità familiare che Ciro Leone si espande, partendo da panettiere a pizzaiolo in un solo vano, realizzando pizze da asporto, apprezzate e rinomate”. Durante l’ultimo conflitto mondiale il capostipite decide di portare la famiglia al sicuro via da Napoli costantemente bombardata dagli alleati e, successivamente, occupata dai tedeschi. Clicca qui per continuare a leggere l’articolo.
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