Il crollo di un pino nel parco giochi di Villa delle Sirene a Gaeta ha suscitato scalpore e rabbia nella cittadinanza. “Quanto avvenuto a Gaeta poteva essere evitato? Questa la domanda che molti ci hanno posto: è una domanda legittima a cui vogliamo cercare di dare una risposta chiara”.
Così in una nota l’Associazione naturalistica Ambiente Natura e Vita. “Precisiamo che il Pino Domestico è un albero sempreverde di veloce crescita e poco longevo, può raggiungere i 25-30 m di altezza”, spiega il Dott. Marco Del Bene, Agrotecnico e naturalista dell’Associazione. “Tuttavia ad un massiccio ricorso di questa specie per motivi ornamentali ha fatto seguito negli anni la comparsa di tutta una serie di problematiche legate alla crescita della pianta, spesso ascrivibili ad un uso scorretto di questa specie, piantando gli alberi in siti non adeguati, caratterizzati da suoli pesanti e/o compatti e con poco spazio per lo sviluppo delle radici e della chioma.
In questo caso, guardando le fotografie che circolano in rete sia del pino che si è abbattuto in villa, che quelle dei lavori, si evidenzia un apparato radicale estremamente ridotto e soprattutto sembra che durante i lavori di manutenzione della villa, lo stesso sia stato danneggiato seriamente. Di conseguenza, tali interventi uniti alla forma di allevamento squilibrata e alla compressione delle radici dovute alle infrastrutture circostanti, rendono queste piante instabili. E’ chiaro che la nostra osservazione è indiretta, basata su quanto abbiamo notato dalle immagini che sono state pubblicate sulle testate giornalistiche online. Quello che è certo è che i pini “ornamentali” sono piante, come già detto, assai instabili e possono collassare anche senza l’azione di forti venti. Probabilmente nel caso del pino che si è abbattuto, la pioggia degli ultimi giorni ha contribuito a rendere il terreno incoerente e ad aumentarne l’instabilità. Per tale motivo andrebbe fatta una valutazione di stabilità degli alberi periodica, soprattutto in zone fortemente antropizzate e frequentate da numerose persone.Un pino in natura può sopravvivere anche 200-250 anni.
In ambiente urbano proprio perché è soggetto a diversi stress, quali potature, danneggiamenti, compressione delle radici da parte di manto stradale, marciapiede, mura ecc, l’età si dimezza. In questo caso non dovremmo trovarci di fronte a pini monumentali e l’eventuale collasso è dovuto probabilmente ai fattori già citati in precedenza e non per la “vecchiaia”. Le particolari condizioni di allevamento dei pini, in ambiente urbano, spesso sono tali da averle rese particolarmente squilibrate, in relazione alla loro stabilità; tagli e potature scorretti effettuati negli anni hanno determinato una morfologia disarmonica che ne ha causato una forma e una dimensione maestosa, ma pericolosa soprattutto laddove la base-pedale dell’albero è esterna alla proiezione della corona chiomatica a terra.
In tali situazioni il collassamento dell’albero è un fatto estremamente probabile, condizione questa non possibile in parchi, giardini, e strade molto frequentate soprattutto durante il periodo estivo. A ciò si aggiunga il fatto che le conifere, ed il Pinus pineaanche, nel tempo sviluppano un apparato radicale estremamente invadente e potente con una spiccata tendenza alla emersione dal terreno.Nel nostro caso quindi lavori di ripristino del manto stradale, viali, aiuole, soprassuolo, infrastrutture, potrebbero aver danneggiato l’apparato radicale superficiale, aumentando così l’instabilità dei pini in oggetto, con conseguentemente grave pericolo sia per la sicurezza degli edifici, che per l’incolumità delle persone in caso di loro caduta, vista anche la loro posizione alquanto esposta”, conclude il Dott. Marco Del Bene dell’Associazione Ambiente Natura e Vita.