Mercoledì 16 ottobre Traslazione delle spoglie mortali di Mons. Paolo Capobianco – Ufficialmente era Monsignor Pietro Paolo Capobianco, ma per coloro che l’hanno conosciuto e
che sono cresciuti sotto i suoi insegnamenti era semplicemente Don Paolo, così come per tutti a
Gaeta.
Era nato il 29 giugno 1907 nella popolare contrada della “Piaja” del vecchio Borgo di Gaeta,
ricadente allora nel territorio del disciolto comune di Elena. Qui fu battezzato nella chiesa
parrocchiale di San Carlo Borromeo il 7 luglio 1907. I genitori erano Francesco Nicola, un modesto
pescatore, e Maria Anna Di Ciaccio.


Mercoledì 16 ottobre Traslazione delle spoglie mortali di Mons. Paolo Capobianco – Nel 1920, ancora “ragazzino della Piaja”, entrò nel Seminario di Gaeta, allora ubicato a Palazzo de
Vio. Nell’ottobre 1925 fu ammesso nel Pontificio Seminario Campano Interregionale di Napoli –
Posillipo ove nel 1929 venne nominato chierico e nel 1932 ordinato diacono. Lo stesso anno
ritornò a Gaeta dove, il 17 luglio, fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Gaeta mons. Dionigio
Casaroli che negli anni successivi lo ebbe come segretario. Nello stesso anno fu nominato
ebdomadario della cattedrale di Gaeta, cappellano e rettore temporaneo del Santuario della Civita
ad Itri. Nel 1935 ricevette l’incarico di vice parroco della parrocchia di San Giacomo di Terra Rossa
in Gaeta in supporto del parroco titolare don Levi Panico. Durante i tragici mesi dell’occupazione
nazista, rimasto unico pastore d’anime nel territorio, svolse un’intensa opera di supporto e
conforto ai numerosi sfollati che, sfuggiti ai rastrellamenti e ai bombardamenti, stazionavano sulle
colline circostanti la città.
Dopo la liberazione a seguito della tragica morte di don Levi Panico, travolto dal crollo di una casa
minata e pericolante, don Paolo, il 12 settembre 1945, ricevette in consegna la parrocchia di San

Giacomo. Erano tempi difficili per le devastazioni belliche conseguenti alla guerra e don Paolo
dovette iniziare il suo ministero parrocchiale affrontando coraggiosamente la grande povertà che
tormentava la sua comunità. Con grande forza d’animo, oltre ad essere “pastore d’anime” sempre
presente, divenne un “parroco-operaio” per la ristrutturazione della chiesa e la realizzazione della
canonica. L’edificio sacro fu ingrandito con nuovi locali e arricchito con diverse opere d’arte
restaurate e rivalorizzate. Grazie alla sua sensibilità culturale, garantì modo ineccepibile la
conservazione dell’importante patrimonio archivistico parrocchiale arricchendo nel corso degli
anni anche i beni artistici della chiesa che venne dotata di nuove ed importanti opere di arte
contemporanea. Il 18 gennaio 1958 venne nominato Monsignore ma rimase sempre, con la sua
umiltà, un profondo riferimento spirituale per la sua comunità, affettuoso ed amorevole.
Dopo 43 anni di ministero sacerdotale, l’11 ottobre 1988 venne collocato a riposo e subito dopo
nominato canonico della Basilica Cattedrale di Gaeta. Tuttavia la sua operosità di uomo di cultura
non terminò con il riposo, anzi incrementò l’attività pubblicistica che già aveva iniziato fin dal 1972
con numerosissimi contributi di carattere storico – religioso relativi al territorio di Gaeta e della sua
Arcidiocesi. La sua copiosa produzione annovera infatti, tra testi agiografici e specifiche
monografie ben 64 pubblicazioni oltre alla redazione, tra il 1978 ed il 1988, di un mensile
parrocchiale – L’Eco di S. Giacomo – nel quale oltre a tematiche di carattere religioso e sociale, si
riservava ampio spazio a notizie storiche ospitando anche ricerche di altri autori.


Mercoledì 16 ottobre Traslazione delle spoglie mortali di Mons. Paolo Capobianco – Negli ultimi anni, fino alla fine dei suoi giorni Don Paolo venne ospitato affettuosamente in vari
contesti, ma più che in ogni altro luogo risiedette nell’isola di Ventotene presso la casa delle Suore
Adoratrici del Sacro Cuore. Tuttavia mantenne sempre vivo il legame della sua amata Gaeta e,
autodefinendosi come “Il Gabbiano di Ventotene” scrisse: “Amo Ventotene e i suoi abitanti, ma
amo di più la mia, tutta mia, Gaeta, che a volte non intravedo per la foschia marina”. In quegli anni
non ci fu un solo gaetano che trovandosi a Ventotene, per lavoro o diporto, non si recò a far visita
al caro padre Don Paolo.
Quasi centenario, si spense a Ventotene il 28 luglio 2006.
Il giorno successivo si celebrarono le esequie nella locale chiesa parrocchiale di Santa Candida.
Dopo il trasporto della salma a Gaeta, un secondo solenne rito funebre, presieduto
dall’arcivescovo di Gaeta mons. Pier Luigi Mazzoni, venne celebrato domenica 30 luglio, nella
“sua” chiesa di San Giacomo. Qui fu accolto da una moltitudine di concittadini intervenuti a
migliaia per tributargli l’estremo, filiale congedo. Fuori dalla chiesa la sua bara fu alzata in alto
affinché abbracciasse a vista quella comunità che aveva sempre amato e per la quale aveva

lavorato e anche tanto sofferto. Finora ha riposato in un loculo del piano seminterrato nella
cappella Porto Salvo Nuovo. Per l’ illustre ed amato cittadino gaetano è stata realizzata una nuova
dignitosa tomba nel campo dello stesso cimitero, come progettato da anni senza mai arrivare al
compimento dell’ opera. Mercoledì 16 ottobre alle 11 in occasione della traslazione delle spoglie
mortali di Mons. Paolo Capobianco si terrà a cura dell’Amministrazione Comunale in
collaborazione con l’Arcidiocesi di Gaeta una cerimonia. Dopo l’intervento del sindaco seguirà
quello del prof. Attilio Rocco Zamberti che tratteggerà la figura di Mons. Capobianco. Quindi si
procederà alla benedizione del nuovo sepolcro a cura di Don Stefano Castaldi vicario foraneo. Nel
pomeriggio si terrà una messa di suffragio presso la chiesa di San Giacomo Apostolo.«Un uomo
entrato in punta di piedi nella storia della nostra città – commenta il sindaco Cristian Leccese –
caratterizzandosi per una spiccata umiltà ed amore per il prossimo, certamente alla base delle
innumerevoli azioni svolte a favore della popolazione. Monsignor Paolo Capobianco, non solo un
grande sacerdote ma una persona di elevata cultura, che si è distinto per i tanti studi di carattere
storico relativi al nostro territorio e per la sua produzione letteraria. Siamo lieti di aver potuto
finalmente assicurare alle sue spoglie mortali una più consona e dignitosa tomba »