La spiaggia dell’Arenauta a Gaeta da sempre contesa e divisa tra naturisti e tessili – L’A.N.ITA. – Associazione Naturista Italiana sul suo sito già alcuni anni or sono ci presenta la spiaggia dei nudisti di Gaeta. Lasciamo a loro la parola: “La spiaggia dell’Arenauta è protetta dalla roccia scoscesa, non si vede dalla strada litoranea, e grazie proprio alla sua inaccessibilità è stata sempre protetta dalla speculazione che ha invece annientato le spiagge vicine. La sabbia fine e bianca e l’acqua trasparente rendono questo posto un vero angolo di paradiso. Ancora oggi resta uno dei pochi tratti di costa del tutto naturali e selvaggi, nonostante la progressiva invasione di attività balneari.
L’apertura delle strade di collegamento l’ha resa più raggiungibile e quindi più affollata nei mesi estivi, ma ci sono dei periodi che lasciano godere la magia del luogo. La costa protegge la spiaggia dal vento e il clima è quasi sempre ottimo. Il momento migliore per frequentare la spiaggia è durante la bassa stagione. Nei mesi di Luglio e di Agosto si segnala una corposa presenza tessile per via dei vicini stabilimenti balneari, che però offrono qualche servizio (ristoro / servizi igienici).
L’associazione naturista UNI Campania in concerto con il Comitato per la difesa della Spiaggia dell’Arenauta, e l’associazione radicale Certi Diritti attuano il presidio della spiaggia. Durante l’estate del 2012 si sono verificati episodi di intolleranza verso i naturisti che hanno portato alla formulazione di un’interrogazione parlamentare”.
La spiaggia dell’Arenauta a Gaeta divisa tra naturisti e tessili – Sembra il titolo di una puntata del noto programma televisivo “Ciao Darwin” e invece è la realtà che si presenta sulla spiaggia dell’Arenauta a Gaeta divisa tra naturisti e tessili. I naturisti si concentrano nel tratto più a sud del litorale nei pressi della grande duna divisi da rocce che li separano da Torre Scissure. Non ci sono rocce che invece li dividono con il resto della spiaggia ricca di ulteriori stabilimenti balneari, quindi passeggiare in direzione Formia diventa proibitivo per i tessili.
I tessili… così sono chiamati coloro che indossano il costume da bagno, uomini o donne che siano. È da annotare che, ormai, l’abbigliamento balneare è ridotto ai minimi termini. Ben poco è lasciato all’immaginazione e le tessili portano i loro costumi succinti con estrema disinvoltura. Ormai il divario è flebile tra naturisti e tessili. In Europa i primi costumi da bagno che permettevano di mostrarsi in pubblico al mare fecero la loro comparsa verso la metà del XIX secolo. Il costume femminile era costituito da due pezzi: un vestito che copriva dalle spalle alle ginocchia ed un pantalone che scendeva fino alle caviglie. Ora tutto è mutato. Perché i naturisti non fanno uno sforzo di buona volontà e indossano quel minimo di costume balneare che consentirebbe la “convivenza”?.
Per quanto concerne i tessili sono, sovente, interi nuclei familiari e meritano rispetto. Vi è attualmente un filo sottile invisibile che divide l’arenile riservato d’imperio ai naturalisti da quello dei tessili. A.N.ITA. ricorda che nel 2012 vi furono le proteste. Chi scrive sa che nacquero dal tentativo di far divenire la spiaggia in oggetto riservata esclusivamente al nudismo. Periodicamente vi sono state proteste che hanno anche richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. A suo tempo Italia Nostra si è battuta perché la spiaggia non divenisse monopolio nudista ma fruibile da tutti.
Chi scrive a suo tempo telefonò personalmente a Vladimira Luxuria sul cellulare privato messo a disposizione dalla segreteria di Rifondazione Comunista e feci presente le argomentazioni dei tessili, sostenendo che non avremmo mai rinunziato alla spiaggia più bella di Gaeta. Questa inchiesta vuole rappresentare che nessuno ha messo in soffitta il problema e, infine, chiediamo alla Guardia Costiera di verificare se è legittimo che privati facciano pagare un biglietto di accesso per una spiaggia demaniale.