L’area in cui sorge il quartiere di Porto Salvo era, in epoca romana, occupata da alcune ville, tra le quali primeggiava, sul versante occidentale dell’istmo di Montesecco, quella di Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio, imperatore romano dal 138 al 161. Imperatore saggio, l’epiteto pius gli venne attribuito per il sentimento di amore filiale che manifestò nei confronti del padre adottivo che fece divinizzare. E ancora quella di Lucio Sempronio Atratino, che visse nel primo secolo a.C. e che faceva parte del ramo patrizio della gens Sempronia. Fu pretore suffectus nel 40 a.C. e, dallo stesso anno, augure; fu propretore in Grecia nel 39 a.C. e console suffectus nel 34 a.C. Dapprima sostenitore di Marco Antonio, si schierò poi dalla parte di Augusto che lo nominò governatore dell’Africa proconsolare intorno al 23 a.C., celebrando un trionfo nel 21 a.C. per le azioni compiute in quella provincia. Atratino aveva una vasta villa che aveva sede in un’ampia spianata realizzata su uno dei colli prospicienti il Golfo di Gaeta, all’interno della quale fece costruire alla fine del secolo il proprio mausoleo, nel quale trovò sepoltura il suo corpo dopo la morte per suicidio avvenuta nel 20 a.C.
Il grande monumento sepolcrale, del quale non sono note le date di inizio e termine della costruzione, venne edificato nella seconda metà del primo secolo a.C. Intorno al 20 a.C. venne costruito da Lucio Munazio Planco per sé un monumento sepolcrale affine, sulla sommità del Monte Orlando. Il Mausoleo di Lucio Sempronio Atratino si trova nella parte superiore del quartiere Porto Salvo, sul colle Atratino che da esso prende nome; è situato non lontano da via Gastone Maresca (tratto urbano della strada statale 213 di Via Flacca, all’incrocio tra via Atratina (che lo costeggia sulle fiancate settentrionale e occidentale, via Cuostile e via Cristoforo Colombo. Già in posizione isolata rispetto al centro abitato, è attualmente in una zona densamente edificata a scopo residenziale. E ancora vi era la villa di Lucio Marcio Filippo, patrigno di Ottaviano Augusto. Fu probabilmente pretore nel 60 a.C., propretore nel 59 in Siria ed eletto console nel 56 a.C. In seguito Filippo si legò saldamente alla famiglia di Cesare; dopo la morte di Gaio Ottavio sposò infatti Azia, figlia di Giulia, che a sua volta era la sorella di Cesare.
In questo modo Filippo divenne padre adottivo di Ottaviano, il futuro imperatore Augusto. Nonostante la sua stretta relazione con Cesare, durante la guerra civile Filippo si mantenne neutrale: quando il Senato all’inizio del 49 a.C. decise misure contro Cesare, rimase a Roma, ma poi fu volutamente ignorato quando vennero assegnate le cariche delle province tra i membri più in vista del Senato. Successivamente ottenne il permesso da Cesare di astenersi dal conflitto e ciò gli permise di rimanere tranquillo in Italia per tutto il periodo della guerra con Pompeo. Anche se Filippo aveva mostrato una certa freddezza verso la causa cesariana, Cesare continuò a manifestargli la propria stima e la propria amicizia. Filippo, allo stesso tempo, intratteneva buoni rapporti con Cicerone, proprietario di una villa nella vicina Formia, che lo nomina non di rado nelle sue opere ed anzi lo chiama amichevolmente Amyntae filius, come allusione al nome di Filippo. Aveva un carattere schivo e si mantenne sempre al di fuori delle lotte politiche; dopo l’assassinio di Cesare, cercò di dissuadere il giovane Ottaviano, suo figliastro, dall’accettarne l’eredità. Quando i rapporti tra Marco Antonio e il Senato raggiunsero il punto di rottura, Filippo fu scelto come uno degli ambasciatori inviati a Modena da Antonio. La caratura dei personaggi romani che scelsero il Borgo di Gaeta per il loro otium ci fa comprendere quanto sia stata considerata la località nei secoli.