Giuseppe Fabozzi e il suo Paesaggio presso Gaeta, splendida veduta costiera
Nell’ambito della pittura di paesaggio, indubbiamente la scuola napoletana dell’ottocento ha rivestito un ruolo chiave. Il territorio campano e, direi, anche quello che si spinge fino a Gaeta (zona culturalmente e politicamente legata prima al Regno delle Due Sicilie e, dopo l’Unità d’Italia, alla provincia Terra del Lavoro) si prestava a tale genere pittorico: terra e mare, isole e archeologia, con i siti di Pompei ed Ercolano. Scenari inquietanti come il Lago d’Averno o incantevoli come il litorale. Tra gli artisti minori, c’è Giuseppe Fabozzi, autore di uno splendido Paesaggio presso Gaeta, olio su tela del 1886 circa. Si tratta di un dipinto ricco di luce e nel quale l’artista, già nel titolo, non indica il punto da cui è possibile scrutare, in lontananza, il promontorio di Gaeta. A rendere ancora più affascinante l’opera, è la presenza di antichi elementi architettonici (il ponte e i resti di quella che fu un tempo un’abitazione) che connotano di romanticismo l’intera veduta costiera. Cogliamo nella tela una certa sensibilità poetica, dei colori carichi d’emozione e una spontaneità di linguaggio proprio del fenomeno pittorico napoletano. Fu il giovane olandese Anton Sminck van Pitloo a portare a Napoli, dopo la caduta dell’Impero napoleonico, un nuovo modo di fare arte: uscire per le campagne e cimentarsi nella tecnica della pittura en plein air (all’aria aperta), da cui deriva la Scuola di Posillipo. Fabozzi, nato a Napoli nel 1845, ebbe come maestro Giuseppe Mancinelli, pittore di soggetti storici, e fu soprattutto amico di Domenico Morelli, tra i massimi artisti e accademici italiani del secondo ottocento. Altri suoi importanti lavori, In riva al fiume e Presso Ceccano. Un paesaggista, e non solo, da riscoprire, inserito in un periodo storico, quello tra l’Unità d’Italia e i primi decenni del ventesimo secolo, che videro Napoli al centro della vita culturale europea.