Egregio MinistroIn vista delle oramai prossime nomine ai vertici di varie Autorità di Sistema portuale, tra cui quella del Mar Tirreno centro settentrionale che gestisce i porti commerciali del Lazio, di Civitavecchia Fiumicino e Gaeta, non posso fare a meno di rivolgerLe un ulteriore e accorato appello di assicurare discontinuità rispetto all’attuale gestione, dimostratasi totalmente inadeguata come certificato da ultimo con la pubblicazione dei dati di traffico merci negli scali laziali al 30 settembre 2024.In particolare nel porto di Civitavecchia, dove nonostante si continuano a investire centinaia di milioni di euro in moli e banchine sempre più vuote, il traffico merci nel 2024 si stima inferiore anche al minimo storico registrato nel 2020 a

causa della pandemia Covid-19, al di sotto della soglia di 8 milioni di tonnellate. Ma soprattutto il traffico commerciale in senso stretto, al netto degli automezzi trasportati sulle navi traghetto (RO-RO) per altro anche essi in calo, costituito dalle merci solide alla rinfusa e dalle merci in contenitori, in grado di generare introiti per l’Ente e indotto sui territorio, risulta ridotto ai minimi termini, pari a meno di due milioni di tonnellate previste nel 2024.La legge 84/94 prevede almeno 3 milioni di tonnellate, con i numeri presentati nell’ultimo bilancio Civitavecchia dovrebbe essere chiusa.Crisi dei traffici determinata dall’incapacità di programmare e concretizzare valide alternativa alla prevista, e da lungo tempo annunciata, chiusura della centrale Enel a carbone, che sta pesantemente impattando sul tessuto sociale con decine di lavoratori in cassa integrazione e posti di lavoro a rischio. Appare inutile rifare il lungo elenco di fallimenti che hanno contraddistinto l’attuale gestione, esclusivamente presa a garantire equilibri e consorterie locali parte e causa dell’inesorabile declino

che trova riflesso impietoso nei numeri dei traffici e di bilancio dell’Ente, sempre più in rosso, gravato da un pesante contenzioso generato da scelte scellerate che stanno determinando grave danno erariale e mettendo a serio rischio la tenuta contabile dell’Ente portuale e il futuro dello stesso comparto marittimo-portuale della nostra regione.Il porto di Gaeta in questi ultimi quattro anni ha subito una pesante marginalizzazione e ridimensionamento, con il blocco di tutta la progettazione in itinere di riqualificazione del water-front cittadino, potenziamento delle infrastrutture per la cantieristica navale, delocalizzazione e riconversione del terminal petrolifero in terminal crocieristico. Nonostante ciò, grazie agli investimenti e le infrastrutture realizzate dalle passate amministrazioni è risultato in grado di intercettare nuovi traffici e imprese portuali e assicurare una costante crescita del traffico di merci, tanto delle rinfuse liquide quanto e soprattutto delle rinfuse solide, al punto da mettere in discussione lo stesso primato del porto di Civitavecchia con 1 milione 6 centomila tonnellate movimentate al 30 settembre 2024, contro 1 milione 400 mila tonnellate imbarcate sbarcate nel porto di Gaeta.L’auspicio è che si volti pagina definitivamente ed al più presto prima che si pregiudichi definitivamente il presente e il futuro di un comparto strategico per l’economia della nostra Regione, individuando una figura di adeguato spessore, esperta,

capace di una visione ampia e libera da localismi in grado di valorizzare e assicurare uno sviluppo armonico e compatibile di tutto il territorio in grado di connettere il tessuto produttivo e commerciale con i tre scali portuali a nord al centro e al sud della nostra regione. Una reale visione e gestione di sistema, in grado di diversificare l’offerta e intercettare nuovi e maggiori traffici grazie a politiche mirate per i diversi contesti socio-economici e territoriali, in grado di assicurare una adeguata attenzione e valorizzazione dei porti di Fiumicino e Gaeta capaci di assicurare traffici ed entrate in crescita, e notevoli margini di sviluppo se supportati da una adeguata governance.In alternativa e in mancanza di adeguati riscontri in grado di assicurare discontinuità, attenzione e adeguate competenze, questa Amministrazione si riserva di valutare con la SV e la Regione Lazio l’opportunità di fuoriuscita del Comune di Gaeta dall’Ente portuale di Civitavecchia, con l’istituzione di un sistema portuale del Lazio Meridionale in grado di valorizzare

adeguatamente un territorio dall’antichissima storia e tradizione marittima e portuale che va da Latina a Minturno passando per San Felice Circeo, Terracina, Sperlonga, Gaeta, Formia e le Isole di Ponza e Ventotene, a servizio del tessuto produttivo, agricolo, manifatturiero e industriale delle province di Latina e Frosinone e Caserta e dell’Italia Centrale da Roma a Napoli.Al Senatore Claudio Fazzone, che legge per conoscenza, considerato che Lei è espressione di questo territorio di prendere la questione a cuore perché i numeri sono tutti a nostro favore.