GAETA, rilevante danno economico. Truffa del finto Broker finanziario, Denunciati dalla Polizia di Stato – La Polizia di Stato di Gaeta ha denunciato due soggetti all’Autorità Giudiziaria, si tratta di un uomo italiano classe 45’ e di una donna di nazionalità rumena classe 65’, entrambi presunti autori di una truffa ai danni di un uomo di Gaeta. In particolare la vittima, lo scorso mese di novembre, aveva denunciato agli agenti del Commissariato di aver subito una truffa finanziaria, che gli aveva provocato un rilevante danno economico.
La truffa sarebbe partita da una chiamata da parte di un soggetto straniero, che fingendosi operatore di banca, lo aveva contattato al cellulare segnalando delle presunte operazioni sospette sul conto corrente e lo aveva quindi invitato a compiere dei bonifici verso altri conti per spostare i propri risparmi. L’uomo, convinto di aver parlato effettivamente con un broker della banca e preoccupato per il suo conto corrente, aveva fatto due distinte operazioni, bonificando le somme a due differenti conti bancari indicatigli dal finto consulente e solo qualche giorno dopo si era reso conto di essere inciampato in una truffa.
GAETA, rilevante danno economico. Truffa del finto Broker finanziario, Denunciati dalla Polizia di Stato – A quel punto sono partite le indagini, che hanno riguardato prima i dati indicati dal finto consulente e l’utenza da cui erano partite le chiamate ed in seguito i conti corrente su cui la vittima aveva fatto confluire i bonifici. Gli accertamenti hanno permesso di ricostruire la titolarità dei conti e di procedere alla denuncia per truffa dei due presunti responsabili. Si ricorda che il procedimento pende nella fase delle indagini, vige pertanto la presunzione di innocenza per gli indagati.
Oltre al broker di Gaeta altre truffe in Provincia di Latina (articolo correlato)
TRUFFA E AUTORICLAGGIO DA FALSO TRADING ONLINE PER OLTRE 600.000 EURO: COLPITA DA MISURA CAUTELARE UNA GIOVANE COPPIA RESIDENTE IN PROVINCIA DI LATINA – articolo correlato del 29/11/2024 – La Polizia di Stato, nell’ambito di una complessa attività di indagine sul fenomeno del falso trading online, ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di espatrio a carico di due cittadini italiani residenti in provincia di Latina, emessa dal GIP presso il Tribunale di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Gli approfondimenti investigativi condotti dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Torino e coordinati dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica hanno consentito di accertare che la coppia indagata, attraverso telefonate in stile call-center, proponeva a potenziali vittime individuate anche per mezzo di società di profiling, rendite finanziarie molto elevate a fronte di ingenti versamenti di denaro.
I presunti broker, nelle chiamate ingannevoli, rappresentavano la falsa proposta commerciale di piani di investimento “sicuri”, inducendo la vittima a registrarsi su piattaforme finanziarie appositamente create. Questi portali simulavano l’esistenza di falsi grafici di fluttuazione degli investimenti, tali da ingenerare nel malcapitato l’assoluta fiducia nella validità dell’investimento. L’attività di indagine della Polizia Postale, durata quasi due anni, si è incentrata sulla complessa analisi dei flussi finanziari riconducibili agli indagati che in breve tempo trasferivano su conti intestati a società di comodo, sedenti all’estero, il denaro dopo aver effettuato una serie di operazioni e trasferimenti, anche attraverso wallet di criptovaluta, idonei ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa.
Tale metodologia ha permesso agli investigatori cibernetici di individuare le vittime del falso trading, ancora ignare di essere cadute nel raggiro, prevenendo così ulteriori conseguenze patrimoniali negative. La fase esecutiva, caratterizzata anche dal diretto intervento di personale del C.O.S.C. Polizia Postale di Torino, è stata portata a termine anche grazie alla collaborazione della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Latina.
L’indagine colpisce uno dei fenomeni economico-criminali più estesi degli ultimi anni in termini di dannosità patrimoniale, che porta con sé il concreto rischio di ricaduta nella truffa delle stesse vittime, spesso ricontattate dai truffatori anche dopo mesi o anni dal primo falso investimento, sotto le mentite spoglie di società di recupero crediti, o di Forze dell’Ordine incaricate di inverosimili restituzioni dirette di denaro, dietro tuttavia il pagamento di fantomatiche imposte. Si precisa che il procedimento in essere versa allo stadio delle indagini preliminari e che pertanto gli indagati devono considerarsi non colpevoli sino all’emissione di provvedimento giudiziario passato in giudicato. Clicca qui per continuare a leggere l’articolo.
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