Lucia Maltempo è assessore del Comune di Gaeta alla pubblica istruzione e alla cultura. Una persona splendida, sempre disponibile e cortese con tutti e ricca di profonda umanità. Il più bel sorriso istituzionale. Chi scrive ha l’onore di collaborare direttamente con lei come delegato del sindaco Cosmo Mitrano agli eventi e alle memorie storiche.
Lucia Maltempo offre ai giovani una riflessione estremamente profonda raccolta dal web: “Ci sono cose da dire ai nostri figli. Come ad esempio che il fallimento è una grande possibilità. Si ricade e ci si rialza. Da questo s’impara. Non da altro. Dovremmo dire ai figli maschi che se piangono, non sono femminucce. Alle femmine che possono giocare alla lotta o fare le boccacce senza essere dei maschiacci. Dovremmo dire che la noia è tempo buono per sé. Che esistono pensieri spaventosi, e di non preoccuparsi. Dovremmo dire che si può morire, ma che esiste la magia. Ai nostri figli dovremmo dire che il giorno del matrimonio non è il più bello della vita. Che ci sono giorni sì, e giorni no. E hanno tutti lo stesso valore. Che bisogna saper stare, e basta. E che il dolore si supera. Ai nostri figli maschi dovremmo dire che non sono Principi azzurri e non devono salvare nessuno. Alle femmine che nessuno le salva, se non loro stesse. Altrimenti le donne continueranno a morire e gli uomini a uccidere. Ai nostri figli dovremmo dire che c’è tempo fino a quando non finisce, e ce ne accorgiamo sempre troppo tardi. Dovremmo dire che non ci sono né vinti né sconfitti, e la vita non è una lotta. Dovremmo dire che la cattiveria esiste ed è dentro ognuno di noi. Dobbiamo conoscerla per gestirla. Dovremmo dire ai figli che non sempre un padre e una madre sono un porto sicuro. Alcuni fari non riescono a fare luce. Che senza gli altri non siamo niente. Proprio niente. Che possono stare male. La sofferenza ci spinge in avanti. E prima o poi passa. Dovremmo dire ai nostri figli che possono non avere successo e vivere felici lo stesso. Anzi, forse, lo saranno di più. Che non importa se i desideri non si realizzano, ma l’importante è desiderare. Fino alla fine. Bisogna dir loro che se nella vita non si sposeranno o non faranno figli, possono essere felici lo stesso. Che il mondo ha bisogno del loro impegno per diventare un luogo bello in cui sostare. Che la povertà esiste e dobbiamo farcene carico. Che possono essere quello che vogliono. Ma non a tutti i costi. Che esiste il perdono. E si può cedere ogni tanto, per procedere insieme. Ai figli dovremmo dire che possono andare lontano. Molto lontano. Dove non li vediamo più. E che noi saremo qui. Quando vogliono tornare”.
Alla vigilia del primo giorno di esami di maturità anche come docente ha scritto: “Buona vita a tutti…stasera la dedico a tutti i miei ragazzi, i miei bimbe e le mie bimbe che sono diventati uomini e donne, i miei ragazzi di 5 H e 5 F che domani iniziano gli esami di maturità… questo è stato un anno strano assai!! …avete perso molto, lo stare insieme fino alla fine, il gruppo classe, la gita dell’ultimo anno, vi auguro buon vento ragazzi, volate sempre altissimo e fate vedere agli scettici e si disillusi che la gioventù è ancora bella, sana e fantastica! Ai miei ragazzi di 5 I….ci vediamo martedì prossimo sarò con voi fino alla “fine”…e non è una minaccia ma una promessa!”