All’interno del Centro Servizi si offre accoglienza, orientamento e assistenza, legale e psicologica, a tutti coloro che vogliono intraprendere il percorso adottivo nazionale e internazionale (o dell’affido), curandone tutte le varie “fasi”, da quella burocratica, ovvero l’iter da intraprendere per la richiesta di adozione e dunque di idoneità da parte del Tribunale dei Minori, all’arrivo del bambino e nella fase successiva. Il Centro Adozioni nato nel 2017 grazie alla sinergia tra il Comune di Gaeta è il primo attivo in tutta la provincia di Latina che ormai ha esteso le sue competenze a tutto il territorio nazionale, dal nord al sud Italia, grazie al lavoro online. Ad oggi, infatti, le coppie che si rivolgono al Centro Adozioni di Gaeta arrivano da Milano, Genova, Udine, Firenze, Napoli, Lecce, Catania, Cosenza fino a Cagliari. I colloqui si svolgono infatti prevalentemente in video conferenza e la documentazione viene predisposta via mail o posta ordinaria. Al riguardo abbiamo raccolto la testimonianza della referente del Centro Adozioni l’avv. Alessia Maria Di Biase.
Quali sono i servizi offerti dal Centro per le adozioni internazionali di Gaeta?
« Il Centro offre assistenza rispetto all’adozione nazionale ,internazionale e l’affido. Rispetto all’adozione internazionale, il Centro collabora in particolare con due Enti Autorizzati che operano rispettivamente in Ungheria e in Colombia. Il servizio dunque, è relativi all’assistenza amministrativa, per quanto riguarda il deposito della domanda di disponibilità presso il Tribunale e poi tutta la fase procedurale che riguarda l’adozione vera e propria, sia nazionale che internazionale. Sono inoltre messi a disposizione strumenti per l’assistenza psicologica, come corsi di preparazione alla genitorialità e, una volta che i bambini entrano fisicamente nel nostro Paese, l’associazione offre dei corsi di sostegno alla genitorialità e progetti per l’inserimento del bambino nella nostra società».
Qual è il percorso di una famiglia che desidera adottare un bambino?
«Il percorso che una coppia deve sostenere per adottare un bambino è fatto in primis da un iter burocratico, cioè la raccolta dei documenti: un lavoro minuzioso, perché il Tribunale prima di emettere il decreto di idoneità deve essere certo che la coppia sarà adatta per poter diventare genitori, quindi dimostrare di essere una coppia stabile sia emotivamente che economicamente, cioè in grado di poter accudire e crescere il bambino. Per quanto riguarda i requisiti sono quelli previsti dalla legge: innanzitutto c’è un limite per la differenza di età tra il genitore e il bambino; essere uniti in matrimonio civile; quindi limiti di ordine economico e requisiti di ordine psicologico, per dimostrare di essere pronti all’accoglienza di qualsiasi bambino, che sia maschio, femmina, piccolo o un po’ più grande, in ogni caso di un bambino che viene da un altro paese e non parla la lingua italiana. Questo vale sia per l’adozione internazionale che per la nazionale, poiché molti dei bambini in carico al Tribunale italiano sono in effetti di origine straniera».
Il Covid-19 e le misure restrittive adottate nel nostro e negli altri Paesi ha comportato rallentamenti alle pratiche di adozione?
«Nonostante il periodo critico le coppie non si sono scoraggiate, anzi, non abbiamo mai smesso di lavorare. Sicuramente la fase del ricongiungimento è stata quella più delicata, nell’attesa che si ripristinasse la possibilità di circolare liberamente tra Paesi. Tuttavia siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti e speriamo di realizzarne di migliori. Un successo per noi e per le famiglie che coronano il loro sogno di avere un bambino».