Gaeta, il porte e il Mare. Gaeta splendida città che dà il nome a un Golfo incomparabile e che nel 875 diviene una delle otto Repubbliche Marinare, anno in cui il Ducato di Gaeta, sotto Marino I (il secondo della dinastia degli Ipati), iniziò a coniare il follaro, una propria moneta. Questo avvenimento dotò la città di un’indipendenza di fatto, e unitamente alla libertà di navigazione ed al fiorente commercio marittimo, la rese Repubblica Marinara (si, erano otto).
Il porto veniva considerato luogo strategico per tutte le attività commerciali ed economiche, cuore pulsante per gli scambi. All’epoca del suo massimo splendore, la Repubblica di Gaeta intratteneva commerci con le più importanti città italiane, le navi arrivavano fino a Costantinopoli e in Siria e aveva numerosi consolati in Barberia (attuali Libia, Tunisia, Algeria e Marocco). Dopo la fine dell’indipendenza continuò a commerciare olio e grano con Roma, Corneto, la Sicilia e la Sardegna. Gaeta fu Repubblica Marinara fino al 1140 quando il ducato fu annesso al Regno di Sicilia. La navigazione all’interno dell’area portuale è sempre stata oggetto di regolamentazione: era vietato gettare in mare zavorre e rifiuti di qualsiasi tipo; i moli dovevano rimanere sgombri e puliti per poter garantire sempre la massima efficienza nelle operazioni di carico e scarico delle merci.
Data la rilevanza nevralgica, il sovrano Ferdinando I di Borbone, con ordinanza del 1º ottobre 1818, classificò il porto di Gaeta di II^ classe. In quell’epoca, si erano affermate fiorenti industrie marittime tenute in alta considerazione, come la Scuola Nautica del Borgo. Queste sono le origini, illustri e luminose di Gaeta marittima. Ed ora? L’Agenzia Marittima Europa Shipping & l. s.r.l. di Gaeta intende celebrare un importante anniversario: i cinquanta anni di attività della Compagnia Portuale s.r.l. fondata il 3 giugno 1971. Racconta l’infaticabile imprenditore marittimo Antonio Algozzino: “Sin dal 1964 il porto di Gaeta ha visto un costante aumento del suo traffico portuale, tanto che con l’interessamento dell’On. Vittorio Cervone, (Gaeta 14 gennaio 1917 – 18 settembre 1993), allora sottosegretario al Ministero della Marina Mercantile e parlamentare per cinque legislature, si è potuto dimostrare statisticamente che rapportando il totale delle merci movimentate annualmente rispetto ai metri di banchina utilizzati si poteva ottenere il passaggio di classifica del porto alla seconda classe prima categoria e di conseguenza, il 3 giugno del 1971, il Gruppo Lavoratori Portuali, con Decreto del Ministro della Marina Mercantile, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 139 del 3 giugno 1971, venne trasformato nella costituita Compagnia Portuale “G. Caboto”, successivamente denominata “Compagnia Portuale”.
Primo Console della Compagnia fu Benito Pietro Candido, già capo gruppo del soppresso Gruppo Lavoratori Portuali e primo direttore amministrativo fu nominato Cap. Damiano Uttaro, successivamente eletto sindaco del Comune di Gaeta. Nel 1995 a seguito della Legge 84/94 la Compagnia Portuale fu trasformata in s.r.l. con possibilità a terzi di accedere nella compagine societaria. In questo periodo di trasformazione la società Europa Shipping ed il suo amministratore Antonio Algozzino, promotore del porto sin dalle origini unitamente allo scomparso amico e collega Giacomo Perna, si sono battuti con forza e determinazione. Oggi la Compagnia Portuale s.r.l. e il suo amministratore, Marco Valerio Algozzino, socio di maggioranza assoluta, con orgoglio rivendicano i trascorsi e il pensiero e la riconoscenza della società va prima di tutto ai suoi portuali, e sono centinaia, che in 50 anni, con il loro contributo di sacrifici, capacità, dedizione e, in alcuni tragici eventi, con la perdita della propria vita, hanno reso reale un sogno impossibile: il Porto di Gaeta inserito nei traffici marittimi internazionali. Primo approdo per le merci nel porto il Molo di Santa Maria dove negli anni 1958 – 1964 si scaricava la bentonite, minerale argilloso, proveniente dall’isola di Ponza.
I portuali lo facevano a spalle. Parimenti si caricava, nello stesso modo, il carbone proveniente dalla Francia. E’ il materiale lavorato nelle fabbriche di Scauri, di Formia e di Gaeta. Si pensi quanto sacrificio fisico e quanto danno alla salute dei lavoratori che respiravano materiale inquinante. Ma allora non ci si pensava. Va ricordato l’imprenditore marittimo Francesco Iannaccone, zio di Antonio Algozzino, pioniere nel porto gaetano. Non è possibile non ricordare il supporto della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera la quale a partire dal 1964, con la consulenza e la disponibilità dei primi Piloti Cap. Evandro Coveri e Cap. Nicola Cicconardi, resero fruibile come “ormeggio sicuro” piazzale Caboto, dotata di una sola banchina di 100mt quasi a pelo d’acqua e 5mt di pescaggio, favorendo l’ormeggio anche a navi di 160mt di lunghezza con pescaggio di mt.5,85 dando così il via al “progetto porto commerciale.” Antonio Algozzino conclude: “Un dovuto riconoscimento oggi, lo dobbiamo ai presidenti dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale; ai dirigenti degli Uffici di Gaeta che con giusto equilibrio assistono e consigliano le imprese portuali sulle problematiche che, giornalmente, affrontano non in ultimo la prossima apertura dei nuovi piazzali portuali, destinati alle imprese al fine di intercettare e promuovere nuovi traffici per un maggior sviluppo del porto di Gaeta”. Un futuro promettente per un porto che affonda le sue radici storiche in dodici secoli orsono. Ed ora sono in programma cerimonie che secondo i promotori potrebbero coinvolgere la Chiesa diocesana con il suo Arcivescovo Mons. Luigi Vari, la Capitaneria di Porto ed il Comune di Gaeta con il suo sindaco Cosimino Mitrano, oltre alle autorità tutte preposte alla gestione del porto. Gaeta vive!