Vito Avino avrebbe compiuto il prossimo 4 settembre novanta anni, ma l’orologio della vita per lui si è fermato all’inizio del nuovo anno 2020. Era giunto a Gaeta nel 1949, quando la città stava ancora cercando di sollevarsi dalle ferite della guerra mondiale che aveva danneggiata il centro urbano nelle sue case e nelle sue chiese e anche colpendo duramente tutti i suoi pacifici abitanti. Lui era originario del comune vesuviano di Ottaviano, la sua sposa una brava ragazza di Minturno Anna Conte. Hanno avuto tre figli Roberto attualmente 56 anni, anche nonno, maestro pizzaiolo, Andrea di 54 anni chef e Daria, insegnante della scuola dell’infanzia, di 44 anni. Ha conosciuto e amato profondamente come nonno cinque nipoti: Vito (junior), Francesco, Erika, Kevin e Fabrizio. Bisnonno di Lara e Zoele Luce. Appena giunto a Gaeta lavora per vivere nei Cantieri della città poi prende coraggio e inizia la sua seconda vita come ristoratore.
Alcuni suoi parenti livornesi avevano la Trattoria Roma, sita in Corso Cavour, dove attualmente vi è l’agenzia della Banca Popolare di Fondi. Poi nel 1952 apre la Nuova Trattoria da Vito in Via Papa Giovanni, dove la strada si collega con Corso Italia. Qui lavora tantissimo con i militari, si fa voler bene, fa pranzare anche a credito fidandosi di questi giovani che a fine mese poi saldano i loro debiti. E infine nel 1976 insieme con la moglie Anna acquista i locali sul Lungomare Caboto di quello che una volta era una traversa di Via Indipendenza e che conserva nella sua bella architettura la storia antica. Inaugura la pizzeria – trattoria La Lampara. Vito è sempre sorridente e accogliente con tutti, qualsiasi problema stia vivendo non lascia trasparire nulla con gli avventori che hanno la sensazione di non entrare in un esercizio pubblico ma di essere ospiti a casa di Vito.
Sino alla fine è stato coerente con il personaggio che tutti conoscevano, nessuna debolezza, nessuna lamentela, Il veterano dei ristoratori di Gaeta aveva ormai passato il testimone ai suoi due figli ma nessuno poteva sottrargli il palcoscenico del suo locale, dove si avvicinava a ogni tavolo lodando le pizze del figlio Roberto e i piatti del secondogenito lo chef Andrea. Fino a pochi giorni prima della dipartita e già sofferente donava sempre il suo sorriso, una battura scherzosa, un consiglio. Un prestigiatore apprezzato dai bambini che lo vedevano far scomparire una monetina da un bicchiere per poi ritrovarla, accendendo la naturale curiosità di coloro che assistevano al gioco. Ora è il momento del cordoglio e del dolore, ora dobbiamo essere noi tutti a stringerci intorno ai suoi familiari. Martedì 11 febbraio alle ore 15.00 i funerali nella Chiesa di San Paolo Apostolo in Gaeta per l’ultimo addio a Vito e per affidarlo all’abbraccio di Gesù il Cristo nel Regno dei Cieli.