“Il dirigente del Dipartimento Sviluppo Economico, Edilizia, Attività Pianificatoria e Patrimonio del
comune di Gaeta con una recente determina, la n. 194 del 28 febbraio 2024, ha fatto il punto
sull’occupazione del demanio marittimo per fini turistico ricettivi alla data del 31 dicembre 2023.
La ricognizione, che include anche l’ammontare dei canoni demaniali e lo stato della loro
riscossione, offre lo spunto per fare qualche considerazione sui numeri esposti, tutti finalizzati (tra
l’altro) a dimostrare la disponibilità di arenili per nuove concessioni. Ma procediamo con ordine.
Dalla determina, e dalla tabella ad essa allegata, si evince:
- …” che alcuni canoni concessori (riportati in rosso nella tabella allegata alla delibera) non
sono stati versati in parte o totalmente”; - che i metri lineari di arenili fruibili per finalità turistico ricreative sono pari a 6.211, e che, di
essi, 2.546 mt. sono quelli occupati da concessioni al 31 dicembre 2023; - …” che la quota di arenile di competenza del comune di Gaeta in cui è possibile rilasciare
nuove concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricettive è di metri 559”; - che la somma dei canoni, versati (e da versare) da tutti i concessionari degli arenili di
Gaeta, ammonta a 406.526 euro.
Sul primo punto desta stupore apprendere che alcune blasonate strutture turistiche della riviera di
ponente non abbiano versato i canoni dovuti, sebbene questi equivalgano, all’incirca, al
corrispettivo dell’affitto stagionale di una mezza dozzina soltanto dei loro ombrelloni.
il secondo punto merita qualche considerazione in più. Innanzitutto su come sia stato fatto il
conteggio. Si è tenuto conto, per esempio, dei divieti imposti dal PAI (Piano di Assetto
Idrogeologico) all’uso della costa, peraltro ricordato da cartelli monitori sul pericolo di crolli,
disposti dallo stesso comune, sparsi lungo la via Flacca e non solo? E dell’ordinanza della
Capitaneria di Porto n.38/2006 che interdice l’uso del tratto centrale della spiaggia dell’Arenauta?
Le domande nascono spontanee perché, da una ricognizione satellitare effettuata tramite Google
Earth, riesce oltremodo difficile convenire con l’ampiezza dei numeri esposti.
Il terzo punto è relativo al calcolo dei metri lineari di costa che si possono ancora assegnare per
nuove concessioni. Fissato l’obiettivo di avere il 50% di arenili liberi, la determina stabilisce
l’ampiezza del totale delle concessioni nella metà di 6.211 ml., cioè 3.105 ml. Avendone di essi già
concessi 2546 ml., rimangono (3.105-2.546=) 559 ml. Un calcolo “anelastico” degli arenili
realmente fruibili dimostrerebbe, invece, che essi sono sensibilmente di meno, per cui i 2546
concessi rappresentano già oltre il 50% del totale. Occorre anche dire che i 2546 ml. sono al netto
delle cosiddette mini-concessioni, i cui gestori, pur avendo l’obbligo di posizionare gli ombrelloni
solo a richiesta, frequentemente ne anticipano la messa in opera, limitando ulteriormente la
fruizione delle poche spiagge veramente libere rimaste.
Sul quarto punto, l’irrisorietà dei canoni fa capire bene perché la direttiva Bolkestein, dal nome
dell’ex Commissario Europeo alla Concorrenza, imponga agli stati membri di mettere a gara la
gestione delle spiagge e perché esse costituiscano, tutt’ora, l’oggetto del desiderio di molti e della
politica, perennemente in cerca di consensi.” Lo comunica Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine
e l’Associazione Incontri & Confronti