Torna una festività a Gaeta particolarmente attesa, quella dei Santi Cosma e Damiano. Venerati sin dal 997, quando il presbitero Pietro e il canonico Benedetto ricevono dal vescovo Bernardo, figlio del duca di Gaeta, l’incarico di ricostruire il sacro edificio, dedicato ai Santi Martiri, dopo la lontana distruzione avvenuta, forse nell’844, ad opera dei Saraceni, continua ancora oggi, dopo più di un millennio questa sentita tradizione.
Tra i riti previsti, mercoledì 25 settembre presso la chiesa degli Scalzi la solenne concelebrazione Eucaristica presieduta dal Rev. don Mariano Parisella, vicario generale, con la partecipazione delle Autorità Civili e Militari della città e la delegazione di Frontignan-La Peyrade. Nel corso della celebrazione, Primi Vespri solenni, panegirico dei Martiri, benedizione e unzione con l’olio dei Santi Medici. E poi giovedì 26 settembre la Solenne processione dei Santi Medici per le principali vie della città, capace ogni anno di essere seguita da centinaia di persone, pure dei centri limitrofi.
Anche quest’anno in occasione dei solenni festeggiamenti in onore dei Santi Cosma e Damiano si rinnoverà il legame fraterno tra la comunità gaetana e quella francese di Frontignan città gemellata. Presente in questi giorni a Gaeta una delegazione del comitato di Frontignan la Peyrade, che è giunta appositamente in città per presenziare, insieme alle autorità civili e militari ai riti religiosi.
«Credo che la devozione della nostra comunità nei confronti dei Santi Medici sia immensa, e questo da generazioni e generazioni – commenta il sindaco Cristian Leccese – Continua a tramandarsi questo intenso, speciale evento legato alla fede ed alla devozione. Saluto i rappresentanti della comunità di Frontignan che ormai stanno condividendo con noi questa tradizione. Pensando ai Santi Cosma e Damiano non posso non riscontrare l’attualità del loro operato e quindi del loro insegnamento. Cosa rappresentano oggi questi martiri vissuti nel terzo secolo? Sappiamo che erano dei medici che non accettavano compensi, non accettavano argento. Oggi certamente ognuno ha necessità di lavorare per un compenso, ma il loro esempio è quello di non essere legati ai beni materiali, a ciò che ci allontana da Dio e da una vita nella fede. Ci siano di esempio nella nostra vita cristiana. Intanto continuiamo ad affidarci a loro, affinchè continuino a stendere la loro protezione sulla nostra comunità.»