Dall’Enciclopedia dell’Arte Antica Treccani, M. Guaitoli scrive:
…………strutture scavate nel 1928 in Formia, in proprietà Di Fava, con grande piscina natatoria nella quale furono rinvenute in situ le due sculture di Nereidi su animali marini,oggi al Museo Nazionale di Napoli, una statua di Apollo, un torso di Afrodite accovacciata del tipo Doidalsas (scultore greco del III sec.ac), architrave col nome di M. Cocceio Nerva………….(ved. foto).
Il luogo del rinvenimento è in una zona tra l’Ufficio Postale, parte della Piazza Moro e il Bar Tirreno in occasione della costruzione di Via Vitruvio avvenuta in quel tratto nel 1928, o quando fu costruito l’Istituto Polifunzionale distrutto poi dalla guerra.
Come scritto dal Guaitoli sulla Treccani tutto fu trasferito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli ma ciò non corrisponde al vero perché l’architrave con il nome di M. Cocceio Nerva, spezzato in tre pezzi , restò sempre a Formia , prima in Piazzetta Municipio , poi in Villa Comunale dove io l’ho ammirato fin da bambino.
Non solo , è stato recentemente scoperto che la parte terminale destra dell’architrave fu disegnata da Pasquale Mattej e ciò dimostra che lo stesso reperto, anche se in spezzato in tre pezzi , non fu rinvenuto nel 1928 assieme agli altri elementi e alla piscina, ma in epoca antecedente per essere stato oggetto di disegno da parte del nostro illustre concittadino deceduto nel 1879.
Da un mio testo purtroppo smarrito, ricordo che la sola Piscina senza i colonnati sui lati minori arrivava a misurare 80 metri.
Una ricostruzione grafica fatta dall’ingegnere Luigi Jacono ( nativo di Ventotene) trovasi conservata al Museo della Civiltà Romana Archivio fotografico di Roma.(ved. foto)
Giuseppe Spano(1871-1963) Professore di Antichità Pompeiane e Direttore degli scavi di Pompei, nelle sue memorie così descrive il manufatto monumentale trovato:
“Il chiarissimo ingegnere Luigi Jacono, al quale dobbiamo il migliore studio di queste piscine, in una sua ricerca non ancora pubblicata, trova che due magnifici gruppi marmorei, ciascuno costituito da una Pistrice cavalcata da una Nereide, con sotto espresse le onde agitate dal vento e attraversato da delfini, erano collocati simmetricamente in mezzo all’acqua di un grande bacino in una Villa Formiana di Cocceio Nerva.
Essendo bassa l ‘altezza che raggiungeva l’acqua, i due gruppi erano collocati sul fondo stesso del bacino, e in modo che il liquido elemento coprisse la parte inferiore dei mostri e i piedi delle Nereidi.
Essi,inoltre, disposti contro la corrente che formava l’acqua per una piccola cascata alimentante il logo,davano la perfetta illusione di solcare l’onda, effetto accresciuto pure dall’agitarsi dell’acqua intorno ai gruppi per alcuni zampilli uscenti da essi ”
Da altri testi ho potuto accertare che qualcosa di simile , ma in misure più ridotte, lo stesso Jacono trovò e studiò in una opulentissima villa marittima romana ad Astura ( Cicerone aveva qui una grande villa!!!!) . Un altro gruppo di Nereide su Pistrice proviene dal Pausylipum di Publio Vedio Pollione , quello del racconto mio recente con Augusto che sfracasso’ la collezione di vasi di vetro del ricco ma malvagio cavaliere.
A questo punto è necessario definire chi sono le Nereidi e chi sono le Pistrici.
Le Nereidi sono ninfe tutte figlie di Nereo, dio marino e di Dori sua moglie. Sono chiamate anche Dorine o Nerine. Nella mitologia greca Orfeo e Pindaro sostengono che erano cinquanta ed Esiodo ne elenca tutti i loro nomi.
Gli animali o mostri marini cavalcati dalle Nereidi, si chiamano Pistrici che hanno una testa a forma di drago, la parte anteriore del corpo è di tipo equino, la parte posteriore è costituita da triplice spira serpentiforme crestata con superficie trattata a squame.
Sul mostro siede una Nereide in busto nudo, con veste scivolata che ricopre parti delle gambe con un panneggio mosso dalle fitte pieghe agitate dalle brezze marine.
La Nereide guarda nella direzione inversa a quella percorsa dal mostro marino. Con la destra, o con la sinistra quando sono in coppia, si tiene salda al collo del mostro.
La piscina, sicuramente , era alimentata dalle acque provenienti dal sovrastante Cisternone Romano di Castellone che risale al I sec.ac.
Sarebbe bello riuscire a far trasferire questo capolavoro da Napoli a Formia e ricomporlo in un ampio spazio in modo da poter essere ammirato.
Sarebbe un ” unicum ” posseduto solo da noi a Formia e in nessuna altra parte del mondo.
Negli ultimi anni si sta ipotizzando che la piscina sia stata all’interno di un edificio pubblico giustificato dal fatto che in una estremità dell’architrave è leggibile la lettera F che starebbe per ” fecit”.
Io ho avuto la possibilità di vedere tanti anni fa al Museo di Napoli , in un cortile , un ammasso di marmi , colonne e pezzi vari.
Un bravo custode che mi accompagnò in quel cortile mi disse dispiaciuto: Questa è la vostra piscina Nerva di Formia.!!!!!!
Quella notte non riuscii a dormire per la rabbia.