Normalmente mi soffermo poco a leggere le scritture vergate sul verso delle cartoline della mia collezione. Ma ci sono casi così particolari da attirare immediatamente l’attenzione, sollecitando le molle di una curiosità latente che richiama ad un’attenta indagine.E’ il caso di una delle tante cartoline di Formia, viaggiata nel 1930, nel cui retro sono disegnati due righi musicali che rappresentano quasi una breve composizione accompagnata da testo. Il messaggio del mittente cita testualmente:
“Pio carissimo, non odi gli appelli di Kundry? Da Ravello a Formia, Klinksor ha destato lo stesso incantamento… Obbedisci, una volta tanto, alla maga sublime. Io farò per lei gli onori di casa e accoglierò il carissimo amico esultando. Caramente tuo Gino Tani.”Il musicale invito rivolto da Gino Tani ( Tivoli 1901 – Roma 1987), docente di storia della musica e della danza a Roma, presso il conservatorio di S. Cecilia di Roma, era rivolto al prof. Pio Bottoni (Tivoli 1883 Roma 1936), pittore romano operante nell’ultimo trentennio del XIX secolo, specializzato nella pittura paesaggistica, sia ad olio che ad acquerello, attivo tra Umbria e Lazio. Ma non era passione per la pittura ciò che univa i due amici, bensì l’amore per la musica. Pio Bottoni era anche storico e critico di danza e gran Maestro dell’Ordine Wagneriano. Il professor Gino Tani lo invitava a trascorrere alcuni giorni a Formia, paragonandola allo scenario rappresentato nel secondo atto del Parsifal, opera di Richard Wagner (Lipsia 1813, Venezia 1883), ambientata nel giardino del perfido Klingsor, ispirato al magnifico parco di Villa Rufolo a Ravello, sulla costiera amalfitana, visitata dallo stesso Wagner nel 1880. Nell’immagine La cartolina e l’invito musicale rivolto da Gino Tani all’amico Pio Bottoni.