“Avevamo chiesto alla Regione Lazio di battere un colpo, di dare un cenno di presenza in merito alla situazione relativa alla crisi idrica che da anni tocca il Sud Pontino ma le risposte che abbiamo ricevuto, ancora una volta, sono state insoddisfacenti: in particolare in merito alle risorse erogate dal Governo nazionale nel 2017, oltre sei milioni di euro, per cui scopriamo oggi che la Protezione Civile regionale, dopo tre anni, è ancora in attesa della rendicontazione da parte del gestore: invieremo immediatamente un accesso agli atti per poter visionare ogni spesa“. Così Gaia Pernarella, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, commenta la risposta dell’Assessorato regionali ai Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità, all’interrogazione presentata alla fine dello scorso mese di maggio. “Non è però questa l’unica anomalia che dobbiamo evidenziare leggendo le risposte che ci sono state fornite: tra le altre, come immaginavamo, a oltre sei anni dall’approvazione e promulgazione, la Legge Regionale 5 sulla “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” è tuttora inattuata. A nostro parere una palese violazione da parte delle Giunte Zingaretti della volontà del Legislatore che non trova alcuna giustificazione nel nostro sistema democratico. Venendo poi ai temi che avevano mosso i nostri quesiti, ancora una volta poco o per niente si entra nel merito dei problemi sollevati e dobbiamo ringraziare il cielo, letteralmente, che l’estate 2020 non sia così torrida come ci si attendeva: ci viene spiegato infatti che “qualora si presentasse il gap registrato nell’anno 2017, il fabbisogno idrico sarebbe garantito solo nel caso della disponibilità della portata aggiuntiva derivante dalla conclusione dei lavori del collegamento della rete di Minturno con la rete campana di Cellole, e del completamento dei pozzi del campo pozzi ’25 Ponti’”. E vale la pena sottolineare che oltre a non fare alcun cenno alle perdite della rete, nessuno dei due interventi è concluso e che alcuna considerazione, nemmeno in termini di smentita, è enunciata proprio sul campo pozzi ai “25 Pozzi” che, come segnalato dal sindaco di Formia, è a rischio concreto di ingresso di acqua salmastra all’interno della falda. Detto poi – prosegue Pernarella -, che in merito all’impianto di dissalazione di Ponza che si sarebbe dovuto realizzare entro il 2006 (!), i ritardi vengono attribuiti all’ “ostruzionismo” del Comune isolano, il che ci sembra assai poco corretto considerato un ricorso pendente in sede amministrativa, il colpo di genio finale è leggere la risposta al quesito in cui si chiedeva quali controlli la Regione abbia messo in atto fino a ora sull’attività del gestore del servizio idrico dell’ATO 4. La risposta, richiamata la Legge regionale del 1996, quella che la Legge 5 avrebbe dovuto superare, è che il controllo spetta alla Conferenza dei Sindaci. Insomma – conclude Pernarella -, ancora una volta, è il caso di dirlo, dei problemi idrici, della rete fatiscente e di tanti altri piccoli e grandi problemi, la Regione Lazio se ne lava completamente le mani”.
L’interrogazione presentata a Maggio 2020
In allegato la risposta 712 all’interrogazione