Il suo Mute voci mute, una lettura necessaria e, oggi più che mai, urgente

Leggendo le opere poetiche di Rodolfo Di Biasio, sette in tutto, si nota subito il carattere dell’essenziale, elemento coerente con la personalità altamente morale dello scrittore formiano. Tra queste, Mute voci mute (2017), l’ultima in ordine cronologico, che affronta le tematiche della guerra, della peste e della fame con stile chiaro e impeccabile. La guerra, vissuta in prima persona e che il poeta esprime bene già nei primi versi: La mia scoperta del mondo/è legata ad una ragnatela di morte/che la Guerra, ai bimbi /si addice la maiuscola/mi tesseva nei giorni…E ancora Mi furono solo compagnia/il buio della stalla per ricovero/i fiati caldi, il fetore del chiuso/un remoto cielo.

Nel poemetto, sono solo 25 pagine, l’autore riprende versi di sue precedenti poesie, in una raffinata architettura espressiva. In un mondo letterario contemporaneo dove pare sia più la quantità che la qualità a prevalere, Rodolfo Di Biasio si pone in antitesi. Il troppo fa male, come del resto il poeta ci indica nella seconda tematica, quella della fame. Vengo da un tempo/in cui non ebbi/la mia porzione di carne e di latte, esordisce Di Biasio nel secondo argomento del trittico poetico. Per condannare poi l’opulenza: E poi nelle nostre case piene/di gelidi amuleti/e dalle vie le mille lusinghe/che innescano/la lussuria del possesso. Versi attuali in un mondo dove c’è chi muore di fame e chi vive di ricchezza esagerata.

In ultimo, la peste. Non quella del virus ma quella della distruzione dell’ambiente, assai peggiore. Profetiche parole, un po’ come riscontriamo nel poema La terra desolata di T.S. Eliot, a partire dall’acqua; un tempo ricca e viva ma ora dramma per la Terra: ora che i rigagnoli sono polverosi/e l’acqua non colora più/la giovane erba.

Rodolfo Di Biasio, una delle voci più originali della poesia del secondo novecento e dei primi due decenni del XXI secolo. Non solo versi ma anche narrazione. Menzioniamo, inoltre, il racconto sportivo La corsa, vincitore del Premio Nicola Pandolfi del 1989 (promosso dal Club Pedale e Forchetta di Chiavari). Sempre nella cittadina ligure, Di Biasio fu chiamato a discutere nel 1985 di poesia assieme ad altri grandi nomi italiani, quali Giuseppe Conte e Maurizio Cucchi. Il poeta è morto a Formia il 19 novembre 2021.