La provincia di Latina ha il calcio come uno degli sport più praticati in assoluto, così come in tutta Italia. Tra i tanti calciatori che sono nati in questo territorio, il caso di Fabio Pecchia è senza dubbio uno dei più caratteristici. Nato a Formia nel 1973, l’attuale tecnico del Parma ha vissuto una carriera importante, iniziata proprio in campetti sterrati vicino casa sua. Tuttavia, per il talentuoso centrocampista laziale il successo sarebbe arrivato dopo essere passato alle giovanili dell’Avellino, dove lo avevano notato per le sue abilità ma soprattutto per la sua enorme dedizione al lavoro. In base alle dichiarazioni dallo stesso Pecchia, infatti, durante i suoi anni di calcio per strada molti giocatori più forti di lui non riuscirono a sfondare proprio per la mancanza di sforzo nei momenti importanti. Dopo la trafila all’Avellino, dove militò dal 1985 al 1992, il centrocampista fu scovato dal Napoli, squadra alla quale avrebbe legato il suo nome per tantissimo tempo.
Pecchia entrò a far parte della squadra azzurra in punta di piedi, per poi diventare addirittura capitano di un Napoli che arrivò secondo nella Coppa Italia 1995-96. Tanti furono gli anni disputati dal centrocampista laziale nella massima categoria del calcio italiano, un torneo nel quale difese tante maglie, ivi compresa quella della Juventus, spesso inserita come vincente nelle quote della serie A e attualmente al quarto posto dietro al Napoli. Se da calciatore il suo rendimento fu buono ma non eccelso, da allenatore la sua carriera è stata caratterizzata da una serie di passaggi importanti come seconda guida, fino al grande exploit realizzato l’anno scorso sulla panchina della Cremonese, con la quale ha ottenuto una storica promozione in serie maggiore, dando lustro alla piazza lombarda, da decenni assente dal teatro più prestigioso del calcio tricolore. Da centrocampista tuttofare e di gran rendimento, Pecchia passò al ruolo di guida tecnica capace di dialogare con i calciatori. La sua svolta avvenne nell’estate del 2013, quando il tecnico spagnolo Rafa Benitez lo chiamò a essere il suo assistente al Napoli, squadra con la quale avrebbe firmato un contratto biennale.
Il madrileno, che trovò in Pecchia una figura intermedia fondamentale, fu molto importante per lo sviluppo della mentalità europea del Napoli, squadra nella quale fece arrivare una serie di fenomeni come Higuain, Callejon, Albiol, Reina e Mertens, che oggi è il cannoniere storico degli azzurri. In quei due anni a Napoli, dove aveva già giocato e si era sentito molto amato, Pecchia fece il definitivo salto di qualità, anche se la grande avventura doveva ancora iniziare. Fu nell’estate del 2015, infatti, che il Real Madrid offrì a Benitez l’incarico di allenatore della prima squadra. Un’occasione splendida per Pecchia, che seguì il suo mentore iberico nella Liga. Nonostante i risultati non furono dei migliori, come testimoniato dall’esonero di Benitez dopo pochi mesi, quei mesi a Madrid furono importanti per Pecchia, che partito da Formia 42 anni prima era giunto al top del calcio mondiale. E se oggi l’ex centrocampista del Napoli può aspirare a tornare in Serie A con il Parma, lo deve anche a quella strepitosa esperienza spagnola.