La Gran Muraglia di Formia – Con i suoi scritti, il Mattej ci trasferisce tante notizie di Formia, a moltissimi sconosciute. Ad esempio parla di un episodio avvenuto ” ai tempi della occupazione militare francese ” . La bottega del barbiere Nosca saltò in aria per esplosione di un barile di polvere .La bottega era posta sulla Via Appia vicino al Casamento Rubino nei pressi della Piazza S.Teresa. Credo siano gli stessi “Rubino” che nel 1867 si trasferirono nella ex Real Villa Caposele.
Racconta altresì del ritrovamento a Castellone di un antichissimo “sacello”, in uno spazio detto “degli Scipioni” , dedicato al culto di S.Giovanni in Formiis. Ci narra di una “pertinenza alla Cupa ed altra della famiglia Calcagni presso la Piazza della Croce” situata sull’acropoli Formiana in località Capo Castello.
In una operazione di restauro condotta da Luigi Capolino, ai confini con l’Appia ma sempre a Castellone , fu rinvenuta una ” successione di locali ad uso di botteghe tra cui una più vasta ” configurabile con una officina da orafo del periodo romano ” .
Furono ,in questo caso, rinvenuti : un bilancino a due coppe coi pesi corrispondenti, un crogiuolo, pietre dure incise, camei e monete. Molte ” monete d’oro imperatorie” , all’insaputa del Capolino , furono divise tra gli operai . Solo quattro di essere furono viste dal Capolino e dal Mattej, perché acquistate da una ” merciaia” che possedeva altri oggetti provenienti dallo stesso scavo: una statuina di bronzo che rappresentava la Fortuna, un ” priapo ” , un idolo di bronzo e frammenti di utensili di ogni genere e di metallo e di terracotta. Aveva altresi , vasellami di marmi, di vetro, di osso e monete di bronzo.
Infine il Mattej parla di una circoscrizione che va dal Vico della Verdura alla Piazza della Croce , come confine occidentale e di una ” Gran Muraglia ” , come confine orientale e che delimita il giardino De Matteis. Come sappiamo la proprietà De Matteis , divenuta Di Fava , nel 1928 farà emergere la piscina natatoria, le Nereidi su mostri marini e un marmo dedicato a Marco Cocceio Nerva . Ciò che farà nascere il toponimo : Muro di Nerva
Per quanto sopra detto credo che tra le tante notizie trasferiteci da Mattej, la più bella è che il muro che noi oggi chiamiamo ” Muro di Nerva” , prima del 1928, era chiamato la ” Gran Muraglia “. È strano, ma a Castellone nessuno mi ha saputo localizzare i seguenti toponimi riferiti dal Mattej :Vico della Verdura, spazio degli Scipioni e proprietà dei Calcagni.
La “Cupa” era un vicoletto cieco nei pressi del Carmine, mentre la “Piazza della Croce” era quella che oggi chiamiamo “Piazza delle Erbe”. Rappresentano conoscenze importanti per collocare altre tessere di questo meraviglioso ” puzzle storico-archeologico ” della nostra Città di Formia. Un mosaico che , noi tutti insieme, stiamo ricomponendo in tutti i suoi particolari.