Intervista con Claudia Canto, giornalista e scrittrice brasiliana. Il 22 ottobre alle ore 17:30, la Sala Sicurezza del Comune di Formia ospiterà la presentazione ufficiale del libro “Morte alle scope” (Morte às vassouras) di Claudia Canto, una giornalista e scrittrice di San Paolo che ha saputo trasmettere con grande maestria la sua esperienza come domestica in Portogallo. Abbiamo avuto il piacere di incontrare Claudia, che ci ha raccontato del suo viaggio e delle sue esperienze, nonché dell’importanza della sua opera nel contesto attuale.

“Claudia, cosa l’ha spinta a scrivere “Morte alle scope”? “La mia esperienza come domestica presso una famiglia benestante a Lisbona mi ha aperto gli occhi su realtà spesso ignorate. Ho vissuto in prima persona la condizione di molte donne a servizio in una casa, invisibili agli occhi delle loro famiglie d’accoglienza. Desideravo raccontare le loro storie, dare voce a chi normalmente non viene ascoltato. Il mio libro è una forma di denuncia contro una mentalità ancora radicata nella società, una mentalità che riduce le persone a oggetti da servire.”

“Nell’introduzione del suo libro, parla di un sogno che si è infranto. Puoi spiegare meglio questa sensazione?” “All’inizio del mio viaggio, ero piena di speranza. Lisbona rappresentava per me una nuova vita, una trasgressione rispetto al passato. Tuttavia, ho presto realizzato che la realtà era ben diversa: il distacco, l’indifferenza e la freddezza delle persone che avrei dovuto servire mi hanno fatto sentire male. Ho vissuto momenti di profonda tristezza, ma ho anche trovato piccole gioie che mi hanno permesso di andare avanti. Ad esempio cito una frase della presentazione: È così gentile ed educata, forse perché legge molto, vero?”.

“Ha parlato del valore trascurato delle donne domestiche. Qual è la sua visione su questo tema?” “È fondamentale riconoscere che le domestiche sono esseri umani con sogni, ambizioni e una vita al di là del lavoro che svolgono. Troppe volte vengono trattate come se fossero invisibili, dimenticando la loro umanità. La mia opera mira a far luce su queste problematiche e a sfidare le norme sociali, per stimolare una riflessione profonda sulla dignità e il rispetto che ogni persona merita.”

“Ha menzionato anche la persistenza di una mentalità coloniale in Portogallo; quale messaggio spera che il suo libro trasmetta in questo contesto?” “Spero che il mio libro possa contribuire a una maggiore consapevolezza delle ingiustizie sociali e a una spinta verso il cambiamento. Nonostante siano passati decenni dalla “Rivoluzione dei Garofani”, ci sono ancora molte questioni da affrontare. È necessario superare vecchi stereotipi e costruire una società più inclusiva, in cui ogni individuo possa essere visto e valorizzato.”

Volevo esprimerti il mio più sincero ringraziamento per le informazioni che ha fornito Renato Marchese, sulla scrittrice che ha incontrato a Lisbona nel 2006, durante la presentazione della prima edizione del suo libro.

Il viaggio di Claudia Canto, immortalato tra le pagine di “Morte alle scope”, non è solo la sua storia, ma rappresenta anche le esperienze di molte donne che ogni giorno lottano per la loro dignità. La presentazione di questo libro a Formia sarà un’occasione imperdibile per ascoltare direttamente la voce di un’autrice che ha saputo trasformare il dolore in poesia, dando vita a un’opera che invita alla riflessione e all’azione. Non mancate!