Da Formia a Dublino … con famiglia. É la storia di Roberto e Grazia, una storia di migrazione. Di lontananza e amore. Me la racconta da Dublino proprio Roberto, collegato in videochiamata, su WhatsApp. Uno strumento, questo, che scandisce le vite di molti expat. Il tempo, la famiglia, la distanza. Sono i temi che affliggono tutti i formiani, gaetani e minturnesi nel mondo. Ma in Roberto Di Russo, c’é una maggiore serenitá. Una serenità di chi matura nel tempo con le esperienze e gli incontri. Tra gli incontri, certamente più importanti della sua vita, quello con Grazia D’Onorio De Meo, una “irlandese di Acqualonga” come la chiama scherzosamente Roberto. L’amore sboccia a Formia, a Dublino mettono le radici di una bellissima vita domestica, con due bambine, oltreché la realizzazione professionale.
Lui sviluppatore di software, lei maestra d’asilo con background montessoriano, hanno eletto la Repubblica d’Irlanda come tetto. Dublino é per molti una valida alternativa a mete come Londra, New York. Uno spazio internazionale, con le maggiori realtá tech e informatiche a farla da padrone, da Meta a Twitter, con il pregio di essere nell’Unione Europea. Una Capitale europea, piú piccola, ma che conosce le medesime sfide. Chi vi ci approda ne conosce medesime difficolta. Il tempo. “Molti spagnoli, italiani, francesi sbroccano per il tempo, io, noi, ne siamo abituati ora”. Dopo, infatti, otto anni di cielo grigio dublino, non ne fai neanche piú caso. Ma i sacrifici non sono stati solo il tempo.
Il lavoro e la lingua sono sfide un pó piú complesse. Ma ne vale la pena. “Per Grazia, all’inizio, é stata un pó una sfida. Appena arrivata, lei ha dovuto studiare. Ma una volta acquisita la lingua, anche per lei é stato facile trovare lavoro come maestra.” “Qui il lavoro c’é, ma c’é anche tanta concorrenza – racconta Roberto -. C’é dinamismo. Una cosa dalla quale, peró, ti arricchisci. Conosci persone che provengono da posti che neanche ti immagini”. Ed é proprio il lavoro, in effetti, per molti il fattore principale per lo spostamento. La convinzione di poter costruire un futuro migliore, lontano, fuori, sacrificando la famiglia, i contatti, gli amici. “Talvolta é difficile, la gestione di una famiglia, della tua famiglia, senza l’appoggio dei genitori, nonni. Ma siamo italiani, e abbiamo in noi la capacitá di adattarci, di far funzionare le cose”. “Gli incontri con i parenti sono sporadici, su WhatsApp, a telefono. I nostri genitori non sono ancora riusciti a vedere la nostra secondogenita, se non attraverso le videochiamate”. Sfide e sacrifici. Di molti, purtroppo tanti, che, peró, vengono ripagati. Si compensano con la consapevolezza del percorso che si sta delineando. Un futuro roseo. Stabile. Da qui la serenitá di Roberto. La serenitá di chi sa di star costruendo per sé e la sua famiglia in una nazione che, pur distante, sa di casa.