Foto relative alla replica dello spettacolo Vanity Fair tenuto a Napoli presso porto Petraio, ex funicolare nel gennaio 2017

Chi l’ha detto che il teatro non riesca più a regalare magia e affascinare e coinvolgere un pubblico giovane? Sono le domande al centro della visione e idea di teatro, della Compagnia teatrale l’Asino d’Oro, di Formia, nata nel febbraio 2016, e che da subito si è distinta per la sua concezione di teatro che mette in scena versioni “rivisitate” di opere e personaggi del teatro classico, e cerca di fonde medievale, moderno e contemporaneo, da Shakespeare  a Pirandello, dal teatro elisabettiano di B. Jonson, C. Marlowe e W. Shakespeare a quello del dramma borghese del Settecento e Ottocento, fino ad arrivare al teatro “moderno” del Futurismo, dell’assurdo di Beckett e del metateatro rivoluzionario di Stanislavskij, senza mettere piede in un edificio teatrale. Victor Ugo affermava che “Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di cartapesta, diamanti in vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sottoterra. Ma è il paese del vero ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco”. Cosi la Compagnia teatrale l’Asino d’Oro cerca di superare quel finto indispensabile, all’interno dei teatri, mantenendo i cuori legati dalle emozioni.

SITI ARCHEOLOGICI E RAPPRESENTAZIONI TEATRALI: DUE ELEMENTI COLLEGATI

Dimenticate, perciò, le fedeli opere classiche rappresentate all’interno dei maestosi teatri, dalle lunghe tende in velluto rosso del sipario, e immaginate Chiese, opere monumentali e siti archeologici di Formia, Sperlonga, Itri, Fondi, Gaeta e Ausonia come i naturali luoghi, dove, le più grandi opere classiche rivivono e si fondono con il ricco patrimonio culturale, parte del nostro territorio, quasi a sembrare che siano da sempre collegati. In effetti il teatro, inteso come struttura stabile nasce in Grecia, ad Atene, ed è storiograficamente collegato al culto di Dionisio, nel mito figlio di Zeus e Demetra, che divenne il dio dell’estasi e dell’ebbrezza del vino, celebrato attraverso delle feste chiamate “Dionisiache”, che erano accompagnate da spettacoli teatrali. A cavallo tra il IV e V sec A.C furono concepite, dai più grandi tragediografi greci come Eschilo, Sofocle e Euripide le più celebri tragedie greche, diffuse grazie ai Romani e, ad oggi, conosciute e rappresentate, nei teatri di tutto il mondo.  “Ma il rischio di queste grandi opere, era quello di non riuscire a catturare un pubblico di spettatori giovani che scappano – spiegano Benedetto Mattia Supino e Alfredo Ghilardi, fondatori della Compagnia formiana- al solo pensiero di guardare un’opera come Agamennone di Eschilo o Medea e Ippolito di Euripide. Quello che volevamo fare, era allontanare le persone, dall’idea di teatro come qualcosa di comprensibile solo per un pubblico di élite, ma soprattutto, di riuscire a coinvolgere e far rivivere, al più vasto e trasversale pubblico, le emozioni e i sentimenti che queste grandi opere vogliono comunicare. Infondo – concludono i due artisti- chi è Agamennone, se non una sorella che vuole giustizia per suo fratello?  paragonabile alla storia di Ilaria Cucchi per suo fratello Stefano. La chiave è riuscire a comunicare le emozioni percepite dai personaggi delle grandi opere tanto da poterle riscontrare nelle storie e nei personaggi che entrano a far parte della nostra attualità, perseguendo, sempre, una visione di teatro ovunque e per tutti”. E proprio da questa visione nasce lo spettacolo “Vanity Fair- Una storia senza eroi”, andato in scena, per la prima volta, il 19 ottobre 2016, una rappresentazione descritta dalla Compagnia come “un viaggio alla scoperta della “verità” sulla guerra di Troia, svelata direttamente dagli dei e dagli eroi protagonisti della vicenda, attraverso un linguaggio ironico e dialettale. Questa dissacrante tragicommedia alla maniera “greca”, porta in scena non solo la grande epopea omerica, che va dalle nozze del saggio re Peleo con la ninfa Teti, alla fuga di Paride ed Elena, dalla morte di Ettore al canto di dolore delle donne troiane ormai deturpate dal lutto, ma dà voce alle umane debolezze delle divinità classiche, a quei vizi e virtù universali che caratterizzano, la natura umana, affinché anche il più piccolo tra gli uomini possa sentirsi almeno una volta nella vita un dio, un eroe”. Oppure lo spettacolo “Querelle des femmes” andato in scena nella Corte Comunale di Formia, il 5 Marzo 2017, in occasione della celebrazione della festa della donna, il 7 Ottobre 2018 nella splendida cornice della Chiesa di Santa Maria Speloncae, con il patrocinio del Comune di Sperlonga, a Itri il 13 gennaio 2018, il 25 dicembre 2017 a Cisterna, presso il palazzo Caetani e ad Ausonia nell’Auditorium Comunale l’8 Marzo 2018. L’opera intende ripercorrere storie di donne rivoluzionarie e vittime della loro grandezza, da Ipazia ad Artemisia Gentileschi, da Suor Giulia de Marco a Lucrezia Borgia e Lucrezia Romana”. Si scopre così un altro elemento che caratterizza la Compagnia teatrale, la donna al centro della visione. Opere come “Tre Movimenti per rompere il silenzio”, andata in scena il 25 novembre 2016, o “Sembra venuta dal paradiso”, andato in scena nella spettacolare torre Truglia di Sperlonga, a luglio 2018 e “La brigantessa si racconta” scritto e interpretato da Daniela Di Lanna, in scena il 24 febbraio 2018, ne sono l’esempio. Donne rivoluzionarie, che hanno contribuito a scrivere pagine della storia dell’Italia meridione, o vittime nelle proprie mura domestiche, e infine, donne come dee, miracolo della natura, simbolo della creazione.

Da chi è formato il cast e qual è la versione di “A little Christmas Carol” proposta dalla Compagnia e in scena fino al 4 gennaio a Formia?

“Lo spettacolo scritto da Alfredo Ghilardi, e diretto da entrambi, si divide in tre parti: letture, recitazione e canto. Interpretato da: Sissi Esposito, alla narrazione, Benedetto Supino, nei panni di Scrooge, Anna Maria Zuppardi, che interpreta il fantasma del Natale passato, Erika Colledanchise, che interpreta il fantasma del Natale presente e Mattia Ruggieri, che interpreta il fantasma del Natale futuro. Il coro invece è composto da Rosaria Coccoluto, Alessandra di Guida, Maria Rosaria di Raimo, Giusy de Luca e da quattro ragazzi del coro del liceo musicale di Sessa Aurunca: Alex Rubino Casale, Robert Rubino Casale e Giorgia Verrengia. Il 4 gennaio la Compagnia replicherà lo spettacolo natalizio presso la torre di Mola a Formia”.

La Compagnia inoltre, molto vicina alle tematiche sociali, è riuscita a portare i suoi spettacoli, grazie alla collaborazione con le diverse Amministra Comunali, contro il bullismo (Ora parlo io) e la violenza di genere (Tre Movimenti per rompere il silenzio), nelle scuole di Sperlonga, Formia, Fondi, Terracina e Gaeta.