Il grido di un ragazzo formiano autistico. Appello alle istituzioni – Riceviamo la lettera di un ragazzo formiano autistico; un appello alle Istituzioni: “Ciao a tutti,
Il 2 aprile, è la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo .
Vorrei rivolgere due parole alle Istituzioni del nostro Paese, della mia città, della mia Regione e della mia
Nazione e a tutti coloro che stanno semplicemente leggendo questo post sui social!
Sono M.P., sono un cittadino italiano e sono autistico. Per me questa non è una patologia, ma è un
modo diverso di essere. Ognuno di noi a modo suo è diverso, c è qualcosa che lo differenzia dall’altro, la
mia caratteristica tra le altre è che sono autistico.
Io ho frequentato qualche anno fa l’Istituto Tecnico Economico, a Formia, la mia città. Nelle ore di Diritto
ho studiato l’articolo 3 della Costituzione, che recita il principio di uguaglianza formale e sostanziale. Tutti
sono uguali, e lo Stato interviene laddove quest’uguaglianza ha bisogno di una mano in più.
Bene. Io non ritengo che lo Stato mi consideri un cittadino uguale agli altri, o meglio lo Stato non fa molto
per rendermi uguale agli altri, per rendere la mia vita il più possibile simile a quella delle persone della mia
stessa età.
Io sono consapevole che tante cose non le posso fare, e non ho grandi pretese. Però vorrei denunciare di
sentirmi davvero abbandonato dallo Stato. Non ci sono strutture adeguate, non c è personale qualificato. E
non c’è nemmeno la volontà di migliorare questa situazione. Tante volte mi sono visto chiudere la porta in
faccia, e se non fosse per i miei genitori che fanno di tutto per me, anche rinunciando alla propria di vita,
non saprei davvero cosa fare.
Ho paura, si paura anche per quello che sarà di me dopo di loro.
Quindi vorrei che oggi, tutti coloro che stanno leggendo questa lettera, si soffermassero un attimo su
quanto scritto. Perché ognuno può fare la propria parte, non solo chi amministra uno Stato. Ma lo Stato
siamo tutti noi, e tutta la società è tenuta a interessarsi a storie come la mia, e a pretendere che l’
uguaglianza non sia soltanto un’utopia, uno sponsor, una luce blu su qualche monumento. Ma sia un
qualcosa di più concreto che renda davvero la mia vita uguale alla vostra.
Vorrei concludere dicendo che non sono un ragazzo triste, solo e inattivo. Chi mi conosce lo sa. Ma tutto
questo se posso farlo è grazie a poche persone che davvero fanno tutto per me. La mia non vuole quindi
essere una lettera di compassione, ma di speranza. Speranza che in questo paese davvero cambi qualcosa.
Per me e per tutti coloro che vivono la mia condizione. Buona giornata dell’autismo.”
M.