Tutto è nato il 17 aprile 2019, quando la nostra collaboratrice Francesca Iannello ha pubblicato sul nostro portale on line Tuttogolfo.it l’evento dell’apertura del Castello di Gianola inserendo all’interno fotografie prese dal link: http://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/lt/formia/castello-di-gianola/. Da qui ne è nata la scintilla del caso e della ferma opposizione del Sindaco di natura legale riguardante un abuso edilizio fatto al Castello (riportiamo nell’articolo sotto i post su facebook).
La Soprintendenza ai beni culturali del Lazio ha dato ordine di apertura e i cittadini per la prima volta hanno potuto ammirare il sito più ricco del Golfo di Gaeta.
A fare da Cicerone nelle giornate di apertura è stato lo stesso proprietario, l’Avvocato Orefice il quale con molta simpatia, cordialità e soprattutto con molta cultura non si è risparmiato, per più di due ore, a spiegare ogni singola opera d’arte custodita nel Castello.
Cervi e leoni di bronzo, statue di ogni epoca storica e dimensione, capitelli, colonne, anfore, un ponte levatoio, il teschio di un mammut, marmi pregiati, bassorilievi, dipinti antichissimi (anche un papiro con la torre di mola del ‘600), mosaici, mobili con incisioni di tartarughe, fontane e una vista meravigliosa sul Golfo di Gaeta.
Qualche hanno fa, con l’apertura del sito di Villa Rubino, grazie al FAI, si è potuto ammirare una bellezza del passato, ma purtroppo al suo interno solo mura antiche e un ninfeo. Neanche una statua, solo il proprietario scortese che intimava di non fare fotografie. Nel Castello invece si palesa il culto del bello e uno straordinario numero di reperti storici.
All’Avvocato Orefice gli è stato chiesto se ha intenzione di trasformare il Castello in un ristorante o hotel. Lui ha risposto che è difficile se non impossibile dare alla massa il Castello per un matrimonio o evento, forse può ospitare la presentazione di un libro o un evento di nicchia. Ci sono talmente tante opere d’arte che il sol pensiero di far entrate tante persone insieme preoccupa per le stesse.
Alla domanda proposta: Dobbiamo ringraziare lei per l’apertura? Lui sorridendo ha risposto: No, semplicemente la Soprintendenza archeologica, delle belle arti e paesaggio della Regione Lazio.
Il Castello di Gianola è visitabile il primo sabato di ogni mese.
LA STORIA DEL CASTELLO DI GIANOLA E LE PREMESSE PER L’ARTICOLO
Sul sito internet della Regione Lazio sono elencate le dimore storiche presenti nel territorio regionale. Prima che su richiesta formale del Comune di Formia fosse cancellato il Castello di Gianola compariva la seguente scheda che riportiamo fedelmente: “Il monumentale edificio venne eretto nel Sedicesimo secolo sui resti di una villa marittima del I sec. a.C. appartenuta a Lucio Mamurra, prefetto degli ingegneri bellici al servizio di Giulio Cesare, per ordine del Viceré
spagnolo Don Pedro da Toledo e per scopi difensivi. Ben presto, tuttavia, a causa del consolidamento politico – militare del Regno di Napoli e dell’affievolimento del pericolo delle scorribande piratesche turche, andò perdendo la sua originaria funzione militare per essere trasformato in residenza nobiliare, anche grazie ai dieci ettari di suolo agricolo di cui è circondato e alla presenza di un torrente, il Rio Santa Croce, che li attraversa.
Il fabbricato originario era stato a sua volta costituito da una torre saracena con funzioni di avvistamento, dotata di un accesso rialzato, servito da scala esterna in muratura, ponte levatoio e cisterne idriche di epoca romana, ed è stato accresciuto nei secoli mediante l’inserimento di nuovi corpi di fabbrica, realizzati secondo lo stile del “castrum” (accampamento fortificato), o, meglio, del suo diminutivo “castrellum” (fortino). Il complesso ha finito così per configurarsi come una villa fortificata, un edificio ad uso abitativo capace anche di assolvere a funzioni di accumulazione di viveri e protezione per gli abitanti, e dotata di una tenuta agricola deputata al sostentamento della guarnigione militare e dei proprietari che si sono succeduti nel tempo. Tra questi ricordiamo, negli ultimi due secoli, il Duca di Traetto (Minturno), il Senatore Pietro Fedele Ministro della Pubblica Istruzione, il Conte di Frosinone Prof. Ugo Pellegrini, la Contessa russa Barbara Sciurowskij, imparentata con lo Zar Nicola II. Ciò ha favorito la frequentazione della dimora da parte di nobili teste coronate, come la Regina Elena di Savoia e il Re Vittorio Emanuele III, e la realizzazione di numerose opere decorative. La sua collocazione sulla “Linea Gustav” e il fatto di essere stato occupato dai militari tedeschi, resero il Castello di Gianola oggetto di bombardamenti alleati.
Anche e soprattutto per questo la struttura è ancora oggi è oggetto di interventi di recupero e ricostruzione ad opera della Soprintendenza per i Beni Architettonici del Lazio. Sin qui la scheda che ci parla di un periodo nobile della nostra storia che affonda le sue radici ventuno secoli or sono. Hanno legato i loro nomi a questo luogo generali romani, viceré spagnoli, i principi
Caracciolo – Carafa duchi di Traetto, il senatore minturnese Pietro Fedele, conti e contesse, e la regina d’Italia Elena di Savoia che aveva realizzato una villa estiva a Formia e si recava in visita nel Castello di Gianola, conversando in lingua russa, memore – lei principessa montenegrina – dei suoi studi liceali presso la corte zarista. Il Castello di Gianola è uno scrigno che attende soltanto di essere aperto e conosciuto da tutta la comunità.
IL SINDACO DI FORMIA INTERVIENE SUL CASTELLO DI GIANOLA
Paola Villa utilizza Facebook per far conoscere la sua posizione intransigente
Facebook ci presenta il pensiero del primo cittadino Paola Senza Bavaglio Villa sulla querelle del Castello di Gianola e da parte nostra riportiamo integralmente e testualmente quanto pubblicato dal sindaco del Comune di Formia.
Alle ore 22.27 di mercoledì 17 aprile scrive un testo dal titolo “Ripristino della verità” che recita: “Chiariamo: il Castello di Gianola non è oggetto “di alcun restauro archeologico da parte della Soprintendenza…” Il Castello di Gianola dal 2011 si trova al centro di una serie di esposti sia di privati cittadini, che di Enti quali il Comune di Formia e il Parco Riviera di Ulisse per abusi edilizi, disboscamento di macchia mediterranea non autorizzata, colate di calcestruzzo e tanto altro fatto senza acquisire pareri, e con una sentenza del luglio 2018 di un Tribunale Amministrativo Regionale che richiede il ripristino dei luoghi. Il Castello di Gianola non può essere considerato un luogo dove apprezzare bellezze archeologiche, perché quelle stesse bellezze non sono state rispettate e conservate”.
Alle ore 18.14 di giovedì 18 aprile scrive “Nell’ambito della seconda edizione dell’iniziativa promossa dall’amministrazione regionale si aprono al pubblico circa 80 siti denominate “dimore storiche” sul territorio laziale, tra il 25 ed il 28 aprile. Tra le località prescelte figura il Castello di Gianola di proprietà dell’avvocato Gennaro Orefice. Località questa, dal 2011, al centro di una vicenda di abusi edilizi, vincoli paesaggistici, ambientali e archeologici non rispettati, in spregio a tutte le leggi di tutela ambientale. Già dal 2011, enti come il Comune di Formia, il Parco Regionale “Riviera di Ulisse” e privati cittadini hanno fatto una serie di esposti, mettendo in evidenza come il Castello di Gianola ed il parco limitrofo abbiano subito abusi di ogni genere, senza tener conto di qualsiasi rispetto delle leggi. Tutto questo fino al luglio 2018, quando il Tar Lazio, con sentenza n.405, respinge i ricorsi dell’avv. Orefice e dà mandato all’Ente Parco di pretendere il ripristino dei luoghi. Oggi questo sito non può ergersi a dimora storica, oggi questo sito come sottolineato da una nota dettagliata, inviata dal Comune di Formia alla Regione Lazio, non può rappresentare un luogo di bellezza paesaggistica archeologica. Oggi il Castello va prima ripristinato, ai luoghi va prima ripristinato la legalità e poi al Castello gli si potrà dare una giusta collocazione di rispetto e bellezza”.
Sabato 20 aprile alle ore 9.22 “E la Regione Lazio dice “sospensione della denominazione dimora storica del Castello di Gianola”…ora vediamo di arrivare al ripristino dei luoghi! Grazie a tutti quei cittadini che da anni si battono per la difesa di questo angolo di paradiso, grazie al direttore Roberto Rotasso!”
Giovedì 25 aprile alle ore 14.53 dal titolo “Un abuso non è una bellezza”. Scrive: “Castello di Gianola in spregio alla richiesta di chiarimenti e alla sospensiva data dalla Regione Lazio sull’essere annoverata tra le Dimore storiche, oggi ha aperto al pubblico. Ovvio che il tutto fatto da un privato con oneri a proprio carico, ma il tutto fatto come affronto non certo al Comune o all’Ente Parco, ma un vero affronto allo Stato. D’altronde è solo la conferma di quello che l’avvocato Orefice perpetra da anni, abusi edilizi, disboscamenti non autorizzati, colate di calcestruzzo, scalinate di travertino, finti pantheon e statue spostate e inventate. Solo una cosa è chiara ai visitatori, che oggi sono andati, nulla di tutto quello che è stato possibile vedere è realmente messo al posto giusto, niente rispecchia i vincoli ambientali e paesaggistici, niente è attinente alla verità, niente di tutto quello che avete visto è legale e non lo dico io, ma una sentenza di un tribunale. Ma almeno il tutto non è stato pagato con soldi pubblici, altrimenti al danno pure la beffa. Mi auguro che tutte le istituzioni, oltre al Comune, intervengano e mi auguro che dopo tale gesto la sospensiva diventi definitiva”.